Giudiziaria

Assassinio di Maria e Delia: pronta misura cautelare per Omar Edgar Nedelcov

Sono tanti, anzi troppi, gli indizi di colpevolezza a suo carico che impongono la misura cautelare con l’aggiunta di altri gravi reati come quello di precostituirsi un alibi per sfuggire all’inevitabile azione della magistratura.

Pubblicato 4 mesi fa

Il Gip del Tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, firmerà a breve il provvedimento di cattura che convaliderà il fermo di Omar Edgar Nedelcov, il romeno 24enne catturato venerdì sera perché indiziato del duplice omicidio di Delia Zarniscu, 58 anni e Maria Rus di 54 anni, nonché di vilipendio del cadavere. Sono tanti, anzi troppi, gli indizi di colpevolezza a suo carico che impongono la misura cautelare con l’aggiunta di altri gravi reati come quello di precostituirsi un alibi per sfuggire all’inevitabile azione della magistratura.

Quattro gli elementi inattaccabili della Procura di Agrigento – procuratore aggiunto Salvatore Vella e sostituto Elettra Consoli che coordinano i carabinieri nelle indagini: le immagini delle telecamere di video-sorveglianza dislocate nella zona dell’eccidio lo hanno immortalato mentre entrava ed usciva dalle abitazioni delle due donne uccise (in un caso è stato ripreso mentre sistemava la patta dei pantaloni); il falso alibi che voleva precostituirsi avendo chiesto alla fidanzata di confermare, se richiesto, di essere stata insieme al presunto assassino in un bar nell’ora del duplice delitto. Circostanza smentita prontamente dalla ragazza ma anche dal titolare del bar entrambi opportunamente interrogati dagli inquirenti; la scazzottata con il connazionale Florin, 50enne, suo amico, partecipante alla cena,  giovedì sera, a casa di Delia Zarniscu, in via Vinci, poi trasformatasi in luogo della tragedia. Quando Florin,  il connazionale 50enne, ha capito la gravità dell’accaduto ha provato a chiamare i carabinieri ma è stato immediatamente aggredito da Nedelcov e preso a pugni, facendolo desistere. Vicenda raccontata per filo e per segno dall’aggredito che ha trovato conferma grazie alle ulteriori attività investigative. Poi, la telefonata al 118 per chiedere soccorsi fatta dallo stesso presunto assassino; infine, i panni sporchi lasciati a casa della  madre  come quest’ultima ha confermato ai carabinieri affermando che il figlio aveva smesso i vestiti sporchi di sangue.

Sulla scorta di tali elementi, lo ribadiamo, il Gip emetterà provvedimento di cattura che dovrebbe essere il giusto epilogo di questa prima fase giudiziaria, ossia l’udienza di convalida del fermo svoltasi oggi nel carcere di Gela presenti il Gip, Mazzullo; i procuratori Vella e Consoli e l’avvocato difensore dell’indagato, Diego Giarratana. Omar Edgar Nedelcov ha scelto la strada del mutismo più assoluto e si è avvalso della facoltà di non rispondere rinchiudendosi in un mondo tutto suo che sembra non dare alcuna importanza alle accuse che gli vengono mosse.

La vicenda, secondo una ricostruzione ancora da mettere definitivamente a fuoco, e da noi raccontata con un lungo articolo di Irene Milisenda e Gabriele Terranova già due giorni fa, sarebbe nata per un festino finito in tragedia.  Il ventiquattrenne si trovava nell’abitazione di Delia insieme ad un amico, Florin, che, come già scritto, lo ha accusato in toto davanti le accuse mosse da magistrati e carabinieri all’interno della caserma di Viale Europa. Sul tavolo della cucina sono stati trovati panettoni, spumante e cibo. Dopo aver cenato e bevuto Eddy avrebbe tentato di avere un rapporto sessuale con la donna che, però, lo avrebbe respinto e ha così pensato di andare a cercare del sesso facile da Maria Russ che viveva duecento metri lontano: in Vicolo Avenia. Anche qui il rifiuto e poi la furia omicida. Le telecamere immortalano Eddy uscire dall’abitazione della Russ con i pantaloni ancora slacciati mentre controllava se l’incendio era partito da un’aletta spezzata di una delle persiane che si affacciano sulla strada. Maria Russ era una torcia sulla poltrona del salotto, legata mani e piedi e lasciata agonizzante mentre Nedelkov si dava alla fuga per continuare a uccidere. Percorse le stradine del quartiere di Sant’Erasmo ha raggiunto nuovamente Via Vinci, ha sfondato il portone di casa di Delia Zarnesku e l’ha iniziata a colpire con dei suppellettili. La donna è riuscita a scappare di casa e la colluttazione è continuata in strada dove sono state trovate tracce di sangue, una tracolla e un orecchino. Il ventiquattrenne l’avrebbe poi trascinata in casa nuovamente cercando di abusarne ma la donna ha continuato a difendersi. “Una carneficina” sono queste le parole usate dal medico legale per descrivere la scena. A Delia è stato staccato un occhio, tagliati i polpacci e poi è stata colpita alla testa con un enorme televisore a tubo catodico e una stufa. Florin, l’altro rumeno partecipante al festino di Via Vinci era già a casa durante la furia di Nedelkov ed è stato proprio quest’ultimo a chiamarlo col telefono della donna dicendo di andare sul posto. Con lo stesso telefono chiamerà il 118 dicendo che la donna aveva avuto un malore.

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