Giudiziaria

Disabile suicida in comunità a Naro, assolti responsabili e dipendenti della struttura 

Assolti i cinque imputati, tra responsabili e dipendenti della struttura, finiti a processo per il suicidio di un disabile psichico

Pubblicato 1 anno fa

Il fatto non sussiste. Il gup del tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha disposto l’assoluzione di tutti gli imputati finiti a processo con l’accusa di omicidio colposo in relazione al suicidio di un disabile psichico di sessantasei anni avvenuto nell’estate 2018 nella comunità Prometeo di Naro. Si tratta degli allora responsabili della struttura Francesco Scanio, 64 anni; Giuseppina Galleja, 53 anni; Dores Alaimo, 47 anni; dell’operatrice Rosa Avanzato, 58 anni; della psichiatra Carmela Fontana, 69 anni. I cinque imputati, difesi dagli avvocati Salvatore Manganello e Gisella Spataro, avevano chiesto di essere giudicati col rito abbreviato condizionato ad una perizia svolta dagli specialisti Procaccianti e Francomano.

I consulenti, con la loro relazione, hanno di fatto escluso collegamenti tra l’operato dei cinque e il suicidio dell’uomo. In particolare, secondo quanto emerso, il sessantaseienne doveva essere ricoverato in una struttura specializzata e che anche un diverso trattamento farmacologico da quello a cui era sottoposto non avrebbe inciso nella decisione di compiere l’estremo gesto. I responsabili della struttura erano accusati di non aver vigilato sulla condotta degli operatori e di aver omesso di riferire tempestivamente sulle condizioni cliniche del paziente; l’operatrice era accusata di non aver vigilato sul 66enne e non aver effettuato visite periodiche allo stesso. Alla psichiatra, invece, si contestava un mancato aggiornamento della relazione semestrale sulle condizioni di salute dell’uomo. Alla luce di quanto emerso dalla consulenza anche il sostituto procuratore Cecilia Baravelli, a margine della requisitoria, aveva chiesto l’assoluzione degli imputati. Richiesta accolta interamente dal gup del tribunale di Agrigento. 

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