Giudiziaria

“Falsi accertamenti Enel in cambio di soldi”, al via le arringhe della difesa

L'indagine dei carabinieri che portò alla luce un giro di allacci abusivi costruiti artificialmente e distribuiti nella provincia di Agrigento

Pubblicato 12 mesi fa

Al via ieri mattina le arringhe della difesa degli imputati coinvolti nell’inchiesta “Alta Tensione”, un’operazione dei carabinieri che portò alla luce un giro di allacci abusivi di energia elettrica costruiti artificialmente e distribuiti nella provincia di Agrigento. Le accuse contestate sono, a vario titolo, induzione indebita, corruzione, furto aggravato, omissione d’atti d’ufficio e peculato. Gli avvocati Meli, Giarratana, Gueli e Li Calzi hanno discusso e il prossimo 10 luglio sarà la volta degli altri difensori. Nella stessa giornata i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, potrebbero emettere la sentenza. Nelle scorse udienza il sostituto procuratore Gaspare Bentivegna ha avanzato la richiesta di 19 condanne.

Due i personaggi principali dell’inchiesta: si tratta dei verificatori Enel, Giovanni Trupiano, 65 anni di Agrigento, e Domenico La Porta, 68 anni di Naro, accusati di aver intascato tangenti in cambio di controlli inesistenti per favorire il furto di energia elettrica. Il pubblico ministero ha chiesto 8 anni e 10 mesi per il primo e 5 anni e 3 mesi per il secondo. La procura ha poi avanzato le seguenti richieste di condanna: 4 anni di reclusione per Anna Maria Farruggio, Pietro Failla, Pietro Favata, Angelo Gioachino Sanfilippo, Giuseppe La Mendola e Vincenzo Palumbo; 3 anni e 5 mesi per Gioachino Cuscio, Giuseppe Contino, Salvatore Domenico Siracusa e Luigia Vinci; 3 anni e 2 mesi per Giuseppe e Simone Modica e Maria Santa Rallo; 1 anno di reclusione per Calogero Ciulla.

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