“Il tentato omicidio di un ristoratore empedoclino in Belgio”, si va in Cassazione
Rizzo per questa vicenda è stato condannato in primo e secondo grado a cinque anni e quattro mesi di reclusione
Il caso del tentato omicidio del ristoratore empedoclino Saverio Sacco, vittima di un agguato avvenuto fuori dal suo locale in Belgio nel 2018, approda in Cassazione. In primo e secondo grado era stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione Mario Rizzo, aspirante collaboratore di giustizia che poi ritrattò le sue dichiarazioni. La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Vito Cangemi, ha preannunciato ricorso in Cassazione ipotizzando carenze motivazionali nella sentenza di Appello. La vicenda risale al 2018. Saverio Sacco, ristoratore empedoclino trapiantato in Belgio, venne ferito a colpi di pistola da un commando.
Nel processo, oltre allo stesso Rizzo, fu coinvolto anche Gerlando Russotto. Il favarese è stato assolto sia dall’accusa di tentato omicidio che da quella relativa alle armi. Nell’inchiesta era coinvolto anche Salvatore Prestia, cognato del boss Fabrizio Messina di Porto Empedocle, che però viene giudicato separatamente. Alla base dell’agguato, secondo quanto svelato dallo stesso Rizzo in una prima fase, ci furono vecchi rancori di Prestia nei confronti di Sacco, accusato di aver inviato alcune lettere anonime all’autorità belga. Il ristoratore riuscì a scampare all’attentato reagendo e disarmando il commando.