Giudiziaria

Inchiesta Vultur, sentita in aula una delle vittime del racket

Nuova udienza del processo di secondo grado, in corso davanti la quarta sezione penale della Corte di Appello di Palermo presieduta dal giudice Giacomo Montalbano, scaturito dall’inchiesta antimafia della Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Giovanni Minardi, denominata “Vultur” che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di racket […]

Pubblicato 4 anni fa

Nuova udienza del processo di secondo grado, in corso davanti la quarta sezione penale della Corte di Appello di Palermo presieduta dal giudice Giacomo Montalbano, scaturito dall’inchiesta antimafia della Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Giovanni Minardi, denominata “Vultur” che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di racket imposto ad una ditta di onoranze funebri del paese.

Questa mattina in aula – come richiesto dal collegio difensivo – una delle persone offese. Si tratta del proprietario della ditta di onoranze funebri di Camastra che ha denunciato le pressioni subite. Dopo l’acquisizione di alcune produzioni della difesa il presidente ha rinviato l’udienza al prossimo 27 febbraio data in cui verrà sentita un’altra delle vittime del racket. 

In primo grado il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco, oggi Gip presso il Tribunale di Agrigento, condannò alla pena di 17 anni e 6 mesi Rosario Meli, alias “U puparu”, considerato il capo della famiglia mafiosa di Camastra; 14 anni e 6 mesiper il figlio Vincenzo mentre 13 anni e 6 mesi sono stati inflitti al tabaccaio del paese Calogero Piombo ritenuto il cassiere della famiglia mafiosa di Camastra. Condanna anche per Lillo Di Caro, esponente di rilievo della mafia di Canicattì, a cui sono stati inflitti 22 anni in continuazione e che assorbe dunque le condanne a 14 anni nel procedimento “Alta Mafia”.Il Comune di Camastra in seguito all’operazione Vultur fu oggetto di ispezione prefettizia e successivamente sciolto per “ingerenze con la criminalità organizzata”. Circostanza questa esclusa però dalla sentenza di primo grado. 

Il collegio delle difese è composto dagli avvocati Angela Porcello, Santo Lucia, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Barba, Antonino Reina e Calogero Fiorello.

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