Giudiziaria

“La droga del clan Rinzivillo e i licatesi”, al via processo d’Appello 

Sono coinvolti anche tre licatesi accusati di essere i componenti di una vera e propria cellula della cosca gelese guidata dal boss Salvatore Rinzivill

Pubblicato 1 anno fa

È ripreso questa mattina, davanti i giudici della Corte di Appello di Caltanissetta, il processo di secondo grado scaturito dalla maxi inchiesta “Cleandro”, un’operazione che avrebbe fatto luce sul clan Rinzivillo di Gela e su un vasto traffico di droga anche in Germania.

In questo filone processuale sono coinvolti anche tre licatesi, accusati di essere i componenti di una vera e propria cellula della cosca gelese guidata dal boss Salvatore Rinzivillo che si sarebbe occupata degli stupefacenti. In primo grado (rito ordinario) il tribunale di Caltanissetta aveva condannato Vincenzo Spiteri a 14 anni di reclusione, il fratello Gabriele a 13 anni e 4 mesi di reclusione, e Giuseppe Cassaro a 13 anni e 10 mesi. Per tutti era stato escluso il reato di associazione mafiosa mentre era rimasta in piedi la contestazione del traffico di droga in Germania.

La Corte di Appello ha reso noto il calendario delle udienze con la requisitoria della Procura generale a fine mese e la sentenza prevista a dicembre. Secondo gli inquirenti i tre licatesi farebbero parte di una “cellula” tedesca del clan Rinzivillo operativa nel settore degli stupefacenti. I fratelli Spiteri, secondo l’accusa, sarebbero stati operativi in territorio tedesco e avrebbero avuto a che fare direttamente con Paolo Rosa prima e con Ivano Martorana poi nelle diverse fasi concernenti il reperimento dello stupefacente a vantaggio dell’organizzazione. Per Cassaro l’accusa è quella di aver svolto il ruolo di supervisore dei fratelli Vincenzo e Gabriele Spiteri a loro volta delegati alle operazioni di vendita delle sostanze stupefacenti in Germania per i quali fungeva da diretto referente con il capo mafia Rinzivillo. 

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