L’omicidio del cardiologo Alaimo, pm chiede nuova perizia per accertare capacità di intendere e volere
Una nuova perizia, affidata anche ad un collegio di periti o ad uno specialista di fama nazionale, al fine di accertare la reale capacità di intendere e volere dell’imputato
Una nuova perizia, affidata anche ad un collegio di periti o ad uno specialista di fama nazionale, al fine di accertare la reale capacità di intendere e volere dell’imputato. La richiesta è stata avanzata questa mattina dal pm Elenia Manno alla Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Giuseppe Miceli nel processo scaturito dall’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo. Il pubblico ministero, alla luce dei tanti pareri contrastanti emersi durante il dibattimento, ha dunque chiesto la nomina di un altro specialista al fine di stabilire definitivamente l’eventuale incapacità di intendere e volere di Adriano Vetro, il bidello favarese che lo scorso anno uccise con un colpo di pistola il cardiologo nel suo ambulatorio di via Bassanesi. Alla richiesta del pm si è associata anche la parte civile, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Barba e Vincenzo Caponnetto.
La difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Santo Lucia e Sergio Baldacchino, sostiene ormai da tempo l’incapacità di intendere e volere del bidello. Una tesi sposata anche dal primo consulente nominato dalla Corte di Assise, la psichiatra Cristina Camilleri. Adesso la Corte di Assise, che scioglierà la riserva il prossimo 15 febbraio, dovrà decidere se nominarne un altro oppure andare oltre. Intanto prosegue l’escussione dei testimoni. Altri quattro sono comparsi in aula. Si tratta dei consulenti di parte chiamati a deporre rispettivamente dalla difesa e dalla parte civile. Le conclusioni rassegnate alla Corte, com’era assai probabile, sono state diametralmente opposte. Sentito anche il fratello dell’imputato che ha riferito sul lungo percorso medico del congiunto, in cura nel corso degli ultimi anni da diversi specialisti.
Il delitto del cardiologo è avvenuto all’interno della clinica nel centro di Favara. Il bidello si è presentato senza appuntamento in ambulatorio, non ancora aperto al pubblico, e ha esploso un solo colpo, letale, di pistola calibro 7.65. Alla base del fatto di sangue, che ha sconvolto l’intera comunità di Favara, il mancato rilascio di un certificato medico indispensabile per ottenere il rinnovo della patente di guida.