Giudiziaria

Maxi truffa da 1,8 milioni di euro a professionista, tre indagati

Sfruttando complessita' legate al funzionamento del sistema bancario di paesi oltre confine avrebbero sottratto fraudolentemente a un professionist

Pubblicato 1 anno fa




Sfruttando complessita’ legate al funzionamento del sistema bancario di paesi oltre confine avrebbero sottratto fraudolentemente a un professionista lombardo 1,8 milioni di euro, reimpiegandone successivamente larga parte del denaro nell’acquisto di un immobile di pregio. Ipotizzando i reati di truffa aggravata, autoriciclaggio, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, misure cautelari reali sono state notificate da militari del nucleo di polizia economico e finanziario della guardia di finanza di Catania, su disposizione del gip, ad Alfio La Rosa di 38 anni, gia’ destinatario di misure cautelari personali nell’ambito di altro procedimento penale per il reato di truffa e autoriciclaggio – e a Giuseppe Privitera di 36.

Il professionista vittima della truffa era entrato in contatto con La Rosa, che per effetto del “blocco” dei fondi operato da un istituto di credito britannico sul conto corrente della societa’ londinese di progettazione da lui stesso amministrata avrebbe avuto prospettata da quest’ultimo e dal Privitera – presentato a sua volta quale sedicente funzionario della banca interessata, dotato di grande esperienza nell’attivita’ di consulenza a favore di imprese italiane e straniere – la possibilita’ di una rapida soluzione. Gli indagati avrebbero in un secondo momento prospettato al professionista la necessita’ di un preliminare e temporaneo transito del denaro su un conto personale svizzero intestato al La Rosa, a cui sarebbe seguito il definitivo trasferimento a favore dell’interessato una volta acceso in territorio elvetico un nuovo conto corrente societario e attivata, sempre in tale Stato, una sede secondaria della societa’ di progettazione. Per tale prestazione l’interessato avrebbe dovuto versare la somma di 135 mila euro, risultata poi essere stata effettivamente bonificata su un conto corrente fornito dal Privitera, riconducibile alla “Fondazione vita e salute”, con sede a Catania, rappresentata legalmente dal La Rosa.

Gli approfondimenti svolti dal Nucleo pef di Catania hanno permesso di appurare che gli indagati, ottenuto il trasferimento del denaro, pari a circa 1,65 milioni di euro, dal conto corrente inglese a quello personale di La Rosa in Svizzera, avrebbero rappresentato alla vittima difficolta’ connesse all’attivazione di un nuovo vincolo, questa volta da parte dell’istituto di credito elvetico per “presunto riciclaggio di denaro”, accompagnato dall’avvio di specifici approfondimenti che avrebbero avuto una durata di circa 90 giorni. In realta’, e’ stato riscontrato che, nello stesso periodo del “blocco” dei fondi, Alfio La Rosa avrebbe reimpiegato, all’insaputa dell’interessato, larga parte della provvista, pari a 1,15 milioni di euro, per l’acquisto di un immobile di pregio in provincia di Catania, intestandolo fittiziamente a una societa’ di diritto maltese, formalmente rappresentata da un soggetto compiacente. Dopo le indagini della Guardia di finanza di Catania, il gip ha disposto il sequestro preventivo, nei confronti di Alfio La Rosa e Giuseppe Privitera, delle somme del conto corrente della “Fondazione Vita e Salute per 135 mila euro, oltre all’immobile oggetto di compravendita; la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini nei confronti, oltre che di La Rosa e Privitera anche del rappresentante legale della societa’ maltese, formale intestataria dell’immobile acquistato.

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