“Migranti sfruttati nei campi”, confermata misura interdittiva a imprenditore favarese
Confermata la misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale
La Cassazione ha confermato la misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale nei confronti di Gioacchino Cinquenni, 51 anni, di Favara, coinvolto sette mesi fa nell’operazione della Squadra mobile di Caltanissetta su un giro di sfruttamento di lavoratori nei campi. Lo scrive il quotidiano La Sicilia. La difesa dell’indagato aveva già presentato ricorso prima al Riesame e poi ai giudici ermellini. In entrambi i casi era stata confermata la decisione del gip del tribunale di Caltanissetta.
Il personaggio principale dell’intera indagine è Francesco Buscemi, 49 anni, di Canicattì. Bracciante agricolo, residente a Delia, è stato anche dipendente dell’azienda agricola di Giancarlo Buggea, esponente di vertice del mandamento mafioso di Canicattì, condannato a 20 anni di reclusione nel processo Xidy. Buscemi, secondo quanto emerso dall’attività investigativa, ha ricoperto il ruolo di tramite tra la manodopera reclutata e gli imprenditori agricoli in cerca di lavoratori. Un procacciamento di persone disperate – impiegate nei campi per dieci ore al giorno, sotto al sole, senza dispositivi di sicurezza e talvolta anche minacciate di morte – che seguiva peraltro un preciso tariffario: 65 euro per un caposquadra, 50 euro per un operaio, 25 euro per il trasporto. La paga giornaliera per ogni extracomunitario era di circa 30-35 euro, la restante somma veniva trattenuta dal “caporale”.