Giudiziaria

Operaio “in nero” morto in incidente sul lavoro a Canicattì, 3 condanne 

Ai familiari di Giuseppe Gioacchino Bordonaro, morto a 52 anni in un cantiere edile a Canicattì, riconosciuta una provvisionale di 135 mila euro

Pubblicato 1 mese fa

Tre condanne per omicidio colposo e una provvisionale immediatamente esecutiva di 135 mila euro in favore dei familiari della vittima. Lo ha stabilito il giudice del tribunale di Agrigento, Michele Dubini, nel processo a carico di cinque imputati coinvolti a vario titolo nella morte di Giuseppe Gioacchino Bordonaro, operaio “in nero” deceduto a 52 anni in un incidente sul lavoro avvenuto nel giugno 2014 in un cantiere edile di contrada Montagna a Canicattì. A dieci anni dai fatti, dunque, si chiude il primo capitolo giudiziario di una drammatica vicenda.

Il tribunale di Agrigento ha inflitto 4 anni di reclusione a Giovanni Garlisi, 45 anni, titolare dell’impresa esecutrice; un anno di reclusione, invece, a Roberto Lauricella Donisi, 56 anni, titolare dell’impresa affidataria dei lavori; 8 mesi di reclusione ad Antonio Ferraro, 64 anni, proprietario e committente dei lavori. Per gli ultimi due la pena è condizionalmente sospesa per cinque anni. Il pm Gaspare Bentivegna aveva chiesto l’applicazione di una pena a quattro anni e sei mesi di reclusione. Tutti sono stati invece condannati al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti della vedova e dei tre figli – rappresentati dall’avvocato Nunzio Di Naro – pari a 135 mila euro.

Nel processo erano coinvolti anche altri due imputati che però sono stati scagionati: Maria Grazia Cuva, 61 anni, è stata assolta nel merito dall’accusa di omicidio colposo; non luogo a procedere per Gioacchino Caracciolo, 49 anni, collega della vittima, per intervenuta prescrizione. Era accusato di favoreggiamento perchè, secondo gli inquirenti, avrebbe raccontato una versione di comodo diversa dai fatti realmente accaduti. A tutti, ad esclusione di Caracciolo, venivano mosse contestazioni in materia di sicurezza sul lavoro e, in particolare, all’omessa predisposizione di un ponteggio. Tra le accuse mosse in origine anche quella di abusivismo edilizio, estinta grazie ad una sanatoria. Nel collegio difensivo gli avvocati Daniela Posante, Dino Milazzo, Giuseppe Giardina e Giovanni Salvaggio.

La tragedia si consuma la mattina del 24 giugno 2014 in contrada Montagna, a Canicattì. Bordonaro cadde da un’altezza di quasi tre metri mentre stava effettuando alcuni lavori sul tetto di un manufatto in costruzione. In un primo momento venne ricovero all’ospedale Barone Lombardo di Canicattì salvo poi essere trasferito con un elisoccorso al Papardo di Messina dove – era il 16 luglio – morì a causa dei gravi traumi riportati. 

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