“Ricatti sessuali a volontario della Caritas”, numerosi contatti telefonici con Gessica Lattuca
Le intercettazioni sull’utenza del settantenne, che conducono ad un vicolo cieco sul caso di Gessica, tuttavia portano alla luce un presunto giro di ricatti a sfondo sessuale
Indagando sulla scomparsa di Gessica Lattuca, la madre di quattro figli svanita nel nulla da Favara nell’estate 2018 e mai più ritrovata, si è scoperto un giro di ricatti sessuali nell’agrigentino. A dirlo questa mattina, davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, è stato un carabiniere comparso in aula per testimoniare nel processo a carico di un coppia favarese accusata di estorsione aggravata. Si tratta di Salvatore Scarabeo, 37 anni, e Maria Teresa Noto, 34 anni.
Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pm Elenia Manno, i due avrebbero ricattato un settantenne volontario della Caritas a cui avrebbero chiesto 10 mila euro per non pubblicare alcune registrazioni ritenute compromettenti. Il militare dell’Arma ha ricostruito la genesi dell’indagine. Gli sforzi investigativi sono tutti concentrati nelle ricerche di Gessica Lattuca e i carabinieri mettono sotto controllo il volontario della Caritas con cui la mamma scomparsa aveva avuto numerosi contatti telefonici. Circostanza che aveva attirato le attenzioni degli investigatori. Le intercettazioni sull’utenza del settantenne, che conducono ad un vicolo cieco sul caso di Gessica, tuttavia portano alla luce un presunto giro di ricatti a sfondo sessuale con lo scopo di estorcere denaro tra Favara e Castrofilippo.
In particolare il volontario sarebbe stato registrato in più occasioni mentre palpeggiava la donna durante un trasporto in ospedale. Quest’ultima, insieme al compagno, avrebbe così cominciato ad avanzare richieste di denaro pari a 10 mila euro per non rivelarne il contenuto. Il settantenne, pur ammettendo parzialmente questa versione nella fase preliminare delle indagini, nella scorsa udienza ha affermato di non esser stato ricattato ma di aver dato spontaneamente soldi alla coppia. La difesa dei due imputati – sostenuta dagli avvocati Samantha Borsellino e Olindo Di Francesco – ha chiesto già in precedenza l’inutilizzabilità delle intercettazioni poiché disposte in un altro procedimento. Oggi, oltre al carabiniere, è stato sentito anche uno dei periti nominati dal tribunale che si è occupato di trascrivere il contenuto delle intercettazioni. Si torna in aula il 19 maggio.