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Una maxi frode milionaria che parla canicattinese: “Al vertice c’è Carmelo Di Salvo”

Al vertice del sodalizio criminale ci sarebbe stato Carmelo Salvatore Di Salvo, di 53 anni, di Canicattì, finito questa mattina in carcere

Pubblicato 2 mesi fa



Soldi, tanti soldi. E ancora: auto, lingotti, monete, beni di lusso e Rolex. È un’inchiesta che parla molto canicattinese quella coordinata dalla procura di Catania (pm Fabio Regolo) ed eseguita questa mattina all’alba dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria. L’operazione è stata ribattezzata “Alto livello”. Il gip Annamaria Cristaldi ha disposto il 16 misure cautelari (cinque in carcere, sette ai domiciliari e quattro obblighi di presentazione alla pg) ed il sequestro di una quarantina di società, disponibilità finanziarie e beni per un valore che sfiora i 30 milioni di euro.

Al vertice del sodalizio criminale ci sarebbe stato Carmelo Salvatore Di Salvo, di 53 anni, di Canicattì, finito questa mattina in carcere. Per gli inquirenti sarebbe la mente di un articolato sistema di frode, alimentato dalla creazione di ben 14 reti di impresa, di cui avrebbero fatto parte 37 società con funzione di “distaccanti”, operanti in quasi tutte le regioni italiane. Secondo l’accusa con il meccanismo attuato in cinque anni il fatturato delle società gestite da Di Salvo avrebbe raggiunto oltre 61 milioni di euro, a fronte del quale non sarebbero state versate le imposte e i contributi dovuti per circa 25 milioni di euro.

L’associazione – secondo l’impianto accusatorio – avrebbe creato dei “serbatoi di manodopera” funzionali alle esigenze gestionali del “sistema”, il cui core business si sarebbe limitato esclusivamente a consentire il distacco dei lavoratori a scopo di lucro nei confronti di 439 società, con dipendenti, formalmente licenziati e che veniva assunti da quelle a capo della rete, che avrebbero in continuato a svolgere le proprie mansioni col proprio datore di lavoro, permettendo ingenti risparmi fiscali. Al fianco di Di Salvo avrebbe operato Mariuccia Copia, 35 anni, titolare dell’omonimo studio legale. A lei vengono contestate le accuse di essere la promotrice e organizzatrice del sistema. In carcere sono finiti anche Gaetano Vacirca, 67 anni, responsabile delle rete commerciale; Gianluca Ius, 49 anni, e Fabrizio Sarra, 55 anni. Questi ultimi, secondo le indagini, sarebbero stati impegnati nel riciclaggio dei proventi illeciti.

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