Licata

Licata, ricordato Vincenzo Di Salvo: sindacalista ucciso dalla mafia

Una storia sepolta nell’oblio per sessant’anni, riscoperta, documentata e consegnata da A testa alta alla società civile

Pubblicato 4 anni fa

Un mazzo di fiori davanti alla lapide che ricorda Vincenzo Di Salvo. È in questo modo che il sindaco, Giuseppe Galanti, in rappresentanza di tutta la comunità, una piccola delegazione di A testa alta, il segretario generale degli Edili Fillea Cgil di Agrigento, Franco Costa, Vito Baglio e Carmelo Burgio della Fillea, hanno ricordato il 63° anniversario dell’assassinio del sindacalista licatese.

Vista l’emergenza sanitaria in atto non si è svolta alcuna cerimonia pubblica, ma il primo cittadino, A testa alta e Fillea, sigla sindacale che raccoglie i lavoratori edili e affini e a cui lo stesso Di Salvo era iscritto con la carica di segretario responsabile della locale sezione, non hanno voluto mancare a questo tradizionale appuntamento con la memoria che ormai si ripete da quattro anni. Quella di Di Salvo è una storia di grande impegno sociale e sindacale, di coraggio, solidarietà e altruismo; una storia sepolta nell’oblio per sessant’anni, riscoperta, documentata e consegnata da A testa alta alla società civile proprio quattro anni fa in occasione della scopertura della lapide donata dall’associazione alla città di Licata.

Da allora sono seguiti numerosi incontri e dibattiti nelle scuole e importanti iniziative tra cui quella, promossa da A testa alta in collaborazione con Fillea Cgil Sicilia, Libera e Centro Studi Pio La Torre, conclusasi con l’assegnazione di una borsa di studio agli alunni della classe IV Classico del Liceo Linares di Licata, autori del cortometraggio vincitore “In ricordo di un eroe”.L’appuntamento di stamane è stato un momento fondamentale per l’assunzione di impegni concreti in tema di beni confiscati alla mafia. Il sindaco Giuseppe Galanti e il presidente dell’associazione A testa alta, Antonino Catania, hanno concordato di incontrarsi a breve per definire il percorso da compiere insieme per restituire finalmente alla collettività il grande patrimonio di immobili appartenuti alla criminalità organizzata e trasferiti al Comune di Licata.

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