Mafia, 29 anni fa l’omicidio di don Pino Puglisi
Ventinove anni fa, nel giorno del suo compleanno, veniva ucciso dalla mafia don Pino Puglisi
Ventinove anni fa veniva ucciso dalla mafia l’amico dei giovani e parroco di Brancaccio padre Pino Puglisi. Nella cattedrale di Palermo, alle 18, la messa presieduta dall’arcivescovo Corrado Lorefice per l’inizio del nuovo anno pastorale nella memoria del martirio del sacerdote ammazzato con un colpo di pistola, mentre era girato di spalle, il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno, e beatificato il 25 maggio 2013 quale martire della fede, “in odium fidei”. Nel corso della celebrazione (animata dagli insegnanti di religione e delle altre discipline delle scuole dell’arcidiocesi e dai docenti della Scuola teologica di base), consegnata alla Chiesa di Palermo la Lettera dell’arcivescovo “Fino al compimento dell’amore” con la quale viene aperto l’itinerario lungo il XXX anniversario, nel 2023, dell’uccisione del sacerdote: “Care sorelle e cari fratelli – scrive don Corrado, chedendo una reazione e una “conversione” della citta’ – mi rivolgo a voi, grande comunita’ di uomini e donne che la storia ha posto sui solchi dolorosi ma fecondi scavati dalle orme di decine di martiri, i martiri della spietata violenza generata dalla sopraffazione della cultura mafiosa”.
“Oggi – prosegue il vescovo, invitando a un percoso comune di consapevolezza e impegno in vista del trentesimo anniversario del martirio che sara’ celebrato il prossimo anno – camminando ancora lungo quei solchi che il tempo non ha eroso ne’ inaridito, ne ammiriamo i frutti, che siamo noi stessi, noi che tanto desideriamo vivere nel mondo come umili testimoni dell’esempio che abbiamo ricevuto e abbiamo accolto. L’esempio di Gesu’ alla lavanda dei piedi – “Li amo’ sino alla fine – si e’ rinnovato nel corpo di coloro che lo hanno imitato amando fino alla fine, cioe’ fino al compimento dell’amore. Trent’anni dopo, il martire Giuseppe Puglisi continua ad accompagnare la sua e nostra Chiesa. Egli e’ cio’ che la Chiesa deve essere, la conferma nel dono dello Spirito.
Quest’anno che comincia oggi non sara’ solo di commemorazione ma – innanzitutto – di conversione: per questo voglio invitare voi tutti a incamminarci su un itinerario che ripercorra le sue vie. Proseguiamo su questo solco fatto di passione per la Parola e passione per gli uomini, rileggiamo con lui la teologia dell’Incarnazione: Cristo si fa uomo, affinche’ l’uomo diventi umano. Dentro questo mistero e’ il ministero del nostro padre Pino: lui che accoglie il martirio perche’ la citta’ diventi piu’ umana, il quartiere diventi piu’ umano, ogni strada e il nostro modo di viverci, il nostro stile del convivere, diventino piu’ umani. Non posso non ricordare che in questo stesso giorno, quattro anni fa, Papa Francesco e’ venuto a inaugurare idealmente il nostro metterci in cammino sui passi di padre Pino. Lo ha fatto venendo a visitare le case di Brancaccio e indicandoci subito la sedia rotta nella saletta del nostro Beato: continua a dirci, padre Pino, che il luogo in cui dobbiamo collocarci non e’ una poltrona, non e’ una stanza chiusa, ma e’ fuori, tra le strade, la’ dove gli uomini costruiscono la storia, affinche’ sia una storia pienamente umana, secondo il desiderio di Dio”.
E prosegue: “Continua a dirci, Don Pino, che scoprire la gioia di questa fatica, la gioia della condivisione di questi passi, anche quando sono sofferti, e di questo pane, anche quando e’ misero, e’ cio’ che scatena la ribellione del male che vuole invece, per il pane, mettere gli uomini l’uno contro l’altro: l’uno pronto ad usare l’altro, a distruggere l’altro, a praticare la fallace arroganza del dare la vita e la morte all’altro. Il male prova a blandirci, a insinuarci il dubbio che sara’ questo a renderci felici: la mafia e’ stata ed e’ per la nostra Palermo, la piu’ grande illusione di felicita’. Padre Pino Puglisi e con lui tutti i martiri della mafia in questa nostra citta’, in questa nostra diocesi, sono un dono per noi: intonano con gioia per l’intera umanita’ il canto nuovo attorno al trono dell’Agnello il canto della Pasqua, che nasce dalla certezza che ogni vittima per amore vincera’ sul male e sulla morte e ogni piccolo, ogni povero ereditera’ il regno dei cieli”.