Agrigento

Mafia e droga ad Agrigento, collaborante e moglie saranno sentiti in processo Kerkent

Entra nel vivo il processo d’Appello scaturito dalla maxi inchiesta “Kerkent”

Pubblicato 3 anni fa

Entra nel vivo il processo d’Appello scaturito dalla maxi inchiesta “Kerkent” – eseguita nel marzo 2019 dalla Dia di Agrigento guidata dal vicequestore Roberto Cilona – che ha fatto luce sulla scalata al vertice della famiglia mafiosa di Antonio Massimino e su un grosso traffico di droga gestito come una holding. La quarta sezione penale della Corte di Appello di Palermo, presieduta dal giudice Vittorio Anania, ha accolto la richiesta della Procura Generale di sentire in aula Antonino Mangione, quarantenne raffadalese che ha messo a verbale alcune dichiarazioni accusatorie, principalmente nei confronti del boss Antonio Massimino, durante la fase delle indagini. Tra queste anche una presunta violenza sessuale di Massimino (che però è stato assolto da questo capo di imputazione in primo grado) nei confronti della compagna del Mangione. Anche quest’ultima, che però nel corso del processo ordinario che si sta celebrando ad Agrigento nei confronti di sette imputati ha fornito una versione non propriamente lineare a quanto dichiarato in precedenza, è stata chiamata a deporre in aula. La Corte di Appello ha così rinviato l’udienza al prossimo 20 aprile. 

Ventuno le persone sul banco degli imputati: si tratta di Antonio Massimino, 53 anni; Giuseppe Antonio Messina, 63 anni; Giuseppe Messina, 34 anni; Alessio Di Nolfo, 35 anni; Eugenio Gibilaro, 56 anni; Gerlando Massimino, 33 anni; Davide Marco Clemente, 29 anni; Francesco Vetrano, 36 anni; Sergio Cusumano, 58 anni; Giuseppe Tornabene, 38 anni; Fabio Contino, 42 anni; Salvatore Capraro, 33 anni; Luca Siracusa, 45 anni; James Burgio, 29 anni; Domenico La Vardera, 40 anni; Domenico Mandaradoni, 33 anni; Liborio Militello, 54 anni; Gregorio Niglia, 38 anni; Andrea Puntorno, 44 anni; Calogero Rizzo, 51 anni; Salvatore Ganci, 48 anni.  In primo grado il gup del tribunale di Palermo, Fabio Pilato, aveva disposto 20 condanne per oltre due secoli di carcere e 8 assoluzioni. Le condanne più pesanti sono state inflitte ad Antonio Massimino (20 anni), al suo braccio destro Giuseppe Messina (20 anni) e Francesco Vetrano (20 anni). Tra le assoluzioni spiccano quelle dell’imprenditore Salvatore Ganci, che era stato arrestato dai carabinieri per una vicenda di recupero crediti con una violenza sessuale sullo sfondo. 

Nel collegio difensivo gli avvocati Salvatore Pennica, Alfonso Neri, Daniele Re, Francesco Accursio Mirabile, Monica Malogioglio, Marco Aloisio, Salvatore Butera, Giovanni Castronovo, Chiara Proietto, Enrico Quattrocchi, Annalisa Russello, Riccardo Bellotta, Giuseppe Bagnato, Francesco Muzzozzappa, Gisella Spataro, Giuseppina Ganci e Salvatore Mondello. 

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