Mafia

Mafia e politica a Sciacca, condannati boss ed ex assistente parlamentare

Confermate, seppur con lievi riduzioni di pena, quattro condanne

Pubblicato 1 anno fa

La quarta sezione penale della Corte di Appello di Palermo ha disposto quattro condanne nell’ambito dell’inchiesta “Passepartout”, una indagine eseguita dai carabinieri del Ros, che ha fatto luce sulla cosca di Sciacca e sui rapporti con la politica e le famiglie mafiose americane. Rispetto alla sentenza di primo gradi ci sono state lievi riduzioni di pena. Il boss Accursio Dimino, considerato il nuovo capo della famiglia di Sciacca, è stato condannato a 18 anni e 8 mesi (in continuazione con una precedente condanna); l’ex assistente parlamentare Antonello Nicosia è stato condannato a 15 anni di reclusione (16 anni e 8 mesi era stata la condanna in primo grado); 2 anni, 8 mesi e 10 giorni di reclusione sono stati inflitti a Paolo e Luigi Ciaccio, accusati di favoreggiamento. 

La figura principale dell’intera inchiesta è indubbiamente Antonello Nicosia, difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Francesco Accursio Mirabile. Pedagogista, esponente dei Radicali Italiani, noto per le sue battaglie in favore dei diritti dei detenuti, Nicosia era considerato un insospettabile. Le indagini lo descrissero invece come “pienamente inserito in Cosa nostra”. Parlava come un uomo d’onore, avrebbe progettato insieme a Dimino, danneggiamenti, estorsioni e omicidi. E, utilizzando il ruolo di collaboratore parlamentare di Giusy Occhionero, ex deputata di Leu, poi passata a Italia Viva, incontrava boss detenuti, dava loro consigli, si accertava che non si pentissero e riferiva all’esterno i loro messaggi. Grazie al rapporto con la Occhionero, ad esempio, Nicosia ha incontrato boss detenuti al 41 bis come Filippo Guttadauro, cognato di Messina Denaro.

Emerso anche il ruolo di Accursio Dimino, considerato il nuovo capo della famiglia mafiosa di Sciacca. “Matiseddu”, questo il suo soprannome, è stato condannato due volte per associazione mafiosa. Nel 2010 la Dia gli ha sequestrato beni per oltre un milione. Nel 1996, è stato condannato a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa, detenzione illecita di armi e danneggiamento. Prima di essere arrestato, la prima volta, nel 1993, insieme ai fratelli gestiva un’attività di commercio di prodotti ittici e faceva il docente di educazione fisica in diversi istituti scolastici statali. Scarcerato il 12 aprile 2004 e ritornato a Sciacca, Dimino, secondo gli inquirenti aveva ripreso i suoi contatti con i boss.

L’ex deputato Giusi Occhionero è attualmente sotto processo separatamente con l’accusa di falso. Avrebbe fatto passare Nicosia, allora conosciuto solo telefonicamente, per suo assistente, consentendogli di entrare con lei nelle carceri senza autorizzazione. Solo in un secondo momento, dopo tre ispezioni in istituti di pena siciliani, i due avrebbero formalizzato il rapporto di collaborazione.

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