Mafia e scommesse, confiscati 300 mila euro ad Antonio Guagliardo
Si tratta di 12 rapporti finanziari tra cui conti correnti, polizze vita e fondi d'investimento, nonche' di una autovettura BMW X6
Beni per un valore di 300.000 euro sono stati confiscati dalla polizia di Palermo, su disposizione del tribunale, a Antonio Gerardo Guagliardo Orvieto, 40 anni, data la sua “pericolosita’ sociale qualificata” emersa nell’ambito delle indagini condotte dalla Squadra mobile della questura del capoluogo siciliano relative all’operazione di polizia denominata “Game over”. Si tratta di 12 rapporti finanziari tra cui conti correnti, polizze vita e fondi d’investimento, nonche’ di una autovettura BMW X6.
L’uomo avrebbe avuto, spiega la polizia, un ruolo cruciale nella “forte e indissolubile compenetrazione tra l’attivita’ dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale gioco e scommesse in seno alle quali, quotidianamente, si muove una mole di denaro, spesso sottratta a qualunque forma di controllo legale e fiscale, che rappresenta una delle piu’ cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per la stessa associazione criminale”.
Nel febbraio del 2018 fu arrestato con l’accusa di far parte della famiglia di Partinico di “Cosa nostra”. Nel novembre del 2019 e’ stato condannato in primo grado alla pena di anni otto e mesi otto di reclusione, e la Corte di Appello di Palermo con sentenza del luglio del 2021, lo ha assolto dal reato di intestazione fittizia (riducendo, per l’effetto, la pena ad anni otto e mesi uno di reclusione), ma confermando nel resto la sentenza. Successivamente al suo arresto sono stati svolti accertamenti patrimoniali nei confronti suoi e del suo nucleo familiare, e questi hanno permesso di evidenziare “una notevole sproporzione economica tra i redditi leciti dichiarati, ben inferiori alle ordinarie spese di mantenimento e gli investimenti patrimoniali effettuati, a conferma dell’evidente impiego di risorse finanziarie di illecita provenienza derivanti dalla attivita’ imprenditoriale dello stesso, favorita dalla vicinanza a Cosa nostra”.