Mafia

Mafia, omicidio Agostino: “Mi disse che non voleva fare più il poliziotto”

Lo ha riferito oggi l'ispettore superiore Salvatore Barbera, all'epoca dei fatti componente della squadra investigativa del commissariato

Pubblicato 3 anni fa

“Non voglio piu’ fare il poliziotto. Voglio lasciare il commissariato San Lorenzo e andare all’ufficio personale alla Lungaro”. Sono le frasi pronunciate da Nino Agostino la mattina del 5 agosto 1989, poche ore prima di essere ucciso assieme alla moglie Ida Castelluccio. Le ha riferite oggi l’ispettore superiore Salvatore Barbera, all’epoca dei fatti componente della squadra investigativa del commissariato San Lorenzo ed oggi in quiescienza, dinanzi alla Corte di assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, dinanzi alla quale si celebra il processo col rito ordinario per il duplice omicidio aggravato. Imputati sono il boss Gaetano Scotto, accusato di duplice omicidio aggravato in concorso e Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento. Il boss Nino Madonia, a cui e’ contestato il duplice omicidio, ha scelto il rito abbreviato ed e’ stato condannato all’ergastolo. 

Barbera, proseguendo nella sua deposizione e rispondendo alle domande dell’accusa, ha spiegato di avere chiesto in precedenza ad Agostino, con cui aveva svolto alcuni servizi di volante, di pattuglia e anche in esterna al reparto speciale detenuti (al Civico e all’Ingrassia) se era interessato a far parte della sezione investigativa ricevendo per un risposta soltanto un “poi vediamo”. Quando lo incontro in commissariato seduto penso’ che magari era li’ per il primo giorno di servizio all’Investigativa: “Mi disse che era di turno dalle 8 alle 14. Ma l’ho visto pensieroso. Mi disse che non voleva piu’ fare il poliziotto. Disse io ho famiglia, devo fare altro. Uso un tono particolarmente acceso. Quando gli chiesi con insistenza se era successo qualcosa, mi ha detto ‘no, lasciami solo'”. Barbera fu molto “colpito” da questa reazione e poi, quando la sera avvenne il duplice omicidio, lui lo apprese dalla tv e l’indomani stilo’ una relazione di servizio.

Il 6 agosto 1989 Barbera – ha scritto nella relazione – che un giorno Agostino gli racconto’ che nei pressi della sua abitazione (via Paruta, ndr) noto’ un gruppetto di cinque persone accanto ad una macchina ed una moto nei pressi di un rifornimento di benzina dove si stava recando per fare il rabbocco di benzina. Noto’ che alcuni di loro lo puntarono guardandolo male, tanto che “Agostino sali’ in macchina senza fare benzina. Mi disse poi che in quella zona fu commesso un omicidio (Antonino Puccio, ndr). Barbera ha precisato che “per me Nino Agostino era una persona seria, leale, onesta e non era un donnaiolo. Per me era stato un punto di riferimento visto che aveva qualche anno di servizio piu’ di me. E quando facevamo turno volante assieme – ha aggiunto – mi ha insegnato tante cose, facevamo tanti controlli”. Il teste ha anche detto di non avere mai sentito, ne visto, una lista di latitanti da catturare con un prezziario per ciascuna cattura. Il processo e’ stato rinviato al prossimo 18 marzo. Tra i testi citati anche Saverio Montalbano, ex dirigente del commissariato.

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