Mafia, omicidio Di Girgenti: rito abbreviato per ex poliziotto Di Salvo (ft)
L’agguato, a dire del collaborante, avrebbe rappresentato la risposta all’omicidio di Ignazio Panepinto commesso il 30 maggio 1994.
Si è tenuta oggi, dinanzi al Gup di Palermo, Luisa Annalisa Tesoriere, l’udienza preliminare relativa al procedimento che vede imputato Pasquale Di Salvo, per l’omicidio di Vincenzo Antonio Di Girgenti, commesso ad Alessandria della Rocca, il 13 settembre 1994.
Poliziotto infedele
Pasquale Di Salvo, l’ex poliziotto che negli anni ottanta fece anche da scorta al magistrato Giovanni Falcone, in atto detenuto per una diversa condanna per associazione mafiosa ed estorsione, oggi collaboratore di giustizia, ha confessato alla DDA di Palermo, di essere responsabile, a dire dello stesso in concorso con Luigi Panepinto, Maurizio Panepinto e Calogero Panepinto, dell’omicidio di Vincenzo Antonio Girgenti Vincenzo Antonio, commesso nel 1993 ad Alessandria della Rocca.
La ricostruzione
La ricostruzione offerta dal collaborante di giustizia circa la dinamica dell’agguato, commesso dietro compenso, troverebbe riscontro nelle indagini all’epoca condotte dai Carabinieri.
L’agguato, a dire del collaborante, avrebbe rappresentato la risposta all’omicidio di Ignazio Panepinto commesso il 30 maggio 1994.
L’imputato, in videoconferenza da località segreta, dopo che la DDA, con il sostituto procuratore Gaspare Spedale, ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio contestandogli anche l’aggravante di avere agito con premeditazione, con metodo mafioso e nell’interesse di Cosa Nostra, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato.
Figlio della vittima parte civile
Nell’ambito del giudizio, si è costituito parte civile il figlio di Vincenzo Di Girgenti da tempo residente nel Regno Unito, con l’assistenza dell’avvocato. Angelo Farruggia. L’udienza successiva, in cui il pm. rassegnerà le conclusioni, è stata fissata per il prossimo 25 gennaio 2021.