Mafia

Testimone di giustizia Cutrò: “Antimafia indaghi su negligenze istituzionali”

E' la denuncia del testimone di giustizia Ignazio Cutrò, dopo la relazione dell'Antimafia regionale

Pubblicato 1 mese fa

“La relazione della Commissione Antimafia Regionale Siciliana punta il dito sul calo generale della tensione antimafia nell’opinione pubblica e una scarsa incidenza delle associazioni antiracket e una maggiore crescita del fenomeno estorsivo complice una minore capacità del sistema imprenditoriale siciliano di reagire, sia in termini di denunce che in termini di reazione, con numerosi casi in cui, al contrario, è l’imprenditore o il commerciante a cercare, di sua sponte, la protezione dei clan per la cosiddetta ”messa a posto”. Ebbene pur apprezzando la relazione della Commissione Antimafia Regionale essa risulta gravemente carente su una delle cause di questo fenomeno e cioè che lo Stato, con le sue articolazioni centrali e periferiche, non è stato all’altezza della sfida e gli imprenditori questo lo hanno capito molto bene”.

E’ la denuncia del testimone di giustizia Ignazio Cutrò, dopo la relazione dell’Antimafia regionale. “Errori e gravi negligenze, anche e soprattutto degli organi locali, sono la causa di un cortocircuito istituzionale che ha creato paura e insicurezza negli imprenditori e commercianti – dice- Da un lato c’è un pezzo di Stato che invita alla denuncia e dall’altra parte un pezzo di Stato che è concausa del fallimento delle aziende di chi denuncia e che “scarica”, dopo il processo, l’impresa e l’imprenditore. Alla Commissione Antimafia Regionale e al suo Presidente Cracolici lancio l’invito a fare piena luce anche sulle negligenze delle istituzioni nel determinare il calo delle denunce. Troppo facile e troppo comodo scaricare sulle spalle delle imprese la responsabilità di quanto sta accadendo. Se ad esempio nella provincia di Agrigento non esiste una associazione antiracket iscritta all’albo prefettizio ci sarà pure una ragione, una causa anche dentro le Istituzioni locali oppure vogliamo ancora raccontarci la frottola che è tutta colpa dei commercianti e degli imprenditori inclini a sostenere i clan mafiosi e che il territorio agrigentino è in gran parte o tutto omertoso”.

E conclude: “Troppo comodo colpevolizzare sempre e solamente il territorio e stupido colpevolizzare sempre la vittima. Ma lo Stato dov’è? Quale il suo ruolo nel fallimento delle politiche di sostegno per coloro che denunciano? Perché le imprese che si oppongono al racket falliscono quasi tutte? Al Presidente Cracolici e alla commissione antimafia regionale chiede di aprire una inchiesta su tutti questi aspetti. Abbiate il coraggio di denunciare l’assenza e il cortocircuito che esiste dentro le Istituzioni e tra queste ed i cittadini”.

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