Trentacinque anni fa la Stidda uccideva il giudice Rosario Livatino
Era il 21 settembre 1990 intorno alle 8:20 del mattino
Era il 21 settembre 1990 intorno alle 8:20 del mattino, mentre percorreva la S.S. 640 direzione Agrigento, la Ford Fiesta amaranto del Giovane Giudice Livatino, viene speronata da una Fiat Uno con a bordo due killer. Il Giudice riesce a scendere dalla sua macchina ed inizia una corsa che si concluderà poco dopo con i colpi di pistola di un altro killer arrivato in moto col compito di ucciderlo.
Da quel giorno sono trascorsi 35 anni e, nonostante il tempo passato, la Memoria del Magistrato Martire, oggi Beato, è ricordata come esempio di Uomo che ha vissuto nella giustizia e per la giustizia sempre SUB TUTELA DEI, Sotto la Protezione di Dio. Nella serata di ieri una veglia di preghiera si è svolta alla stele di Livatino, sul vecchio tracciato della statale 640, luogo del martirio. “Insieme a voi, stasera, desidero chiedere al Signore per tutti e, in particolare per i giovani, proprio questi doni: una mente aperta capace di lasciarsi affascinare dalla bellezza che ci circonda, libera di progettare e di guardare al futuro, attenta alle sfide del mondo contemporaneo e pronta a tracciare sentieri di riscatto, di servizio e di comunione; una mente libera da logiche egoistiche, disfattiste e prive di speranza; un cuore generoso, capace di dare la vita per gli altri nell’esercizio quotidiano del proprio dovere, un cuore attento e sensibile, immune da qualsiasi forma di indifferenza e di sclerocardia; una fede intrepida, proprio come quella del beato Rosario Angelo, che ci permetta di affrontare con fermezza d’animo e coraggio le situazioni più rischiose, di «contrastare le “strutture di peccato” e le varie mentalità mafiose», certi del fatto che ogni singolo istante della nostra esistenza, se lo vogliamo, gode della tutela di Dio, è sub tutela Dei; un forte desiderio di santità: puntiamo verso l’alto, non accontentiamoci delle false promesse di felicità e di successo che ogni giorno ci vengono somministrate, viviamo in pienezza la nostra vita non lasciandoci privare di quella libertà che è propria dei figli di Dio.
Ce lo ha ricordato anche papa Leone durante il giubileo dei giovani: «Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo».” Cosi il vicario generale don Giuseppe Cumbo ai giovani presenti alla veglia di preghiera. Questa mattina dopo una messa che sarà celebrata a Canicatti, un momento di raccoglimento sempre alla stele alla presenza delle istituzioni civili e militari.