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L’ex M5S Mangiacavallo (Attiva Sicilia): “Fuori da un’opposizione sterile e improduttiva”

“Attiva Sicilia” è il nome del “progetto civico” scelto dagli ex deputati del M5s all’Ars per il nuovo gruppo che andranno a formare a Palazzo dei Normanni.  Angela Foti, Matteo Mangiacavallo, Elena Pagana, Valentina Palmeri e Sergio Tancredi hanno già tenuto una conferenza stampa per ufficializzare la nascita del nuovo gruppo.  Il capogruppo in questa […]

Pubblicato 4 anni fa

“Attiva Sicilia” è il nome del “progetto civico” scelto dagli ex deputati del M5s all’Ars per il nuovo gruppo che andranno a formare a Palazzo dei Normanni. 

Angela Foti, Matteo Mangiacavallo, Elena Pagana, Valentina Palmeri e Sergio Tancredi hanno già tenuto una conferenza stampa per ufficializzare la nascita del nuovo gruppo. 

Il capogruppo in questa prima fase sarà Matteo Mangiacavallo di Sciacca, che risponde così alle nostre domande.

Si è rivelato non dico profetico ma almeno  anticipatore quell’intervento  che un mese e mezzo fa le avevo richiesto di scrivere per “Grandangolo”. Lei lo aveva titolato “una riflessione poco politica” per descrivere la temperie da “covid 19” che stiamo attraversando. In particolare lei  scriveva che “ci ha dato l’occasione per soffermarci a riflettere su cosa siamo veramente e su cosa sia veramente importante per ciascuno di noi. Sulle persone. Togliendoci tutto rimangono le persone, rimangono gli affetti, i sentimenti, le sensazioni, ti fermi a capire chi è veramente importante per te e chi non lo è, chi ti ha dato attenzione e chi ti ha lasciato solo, chi ti ha oscurato e chi invece merita di essere recuperato. Ti fermi a pensare al valore di un abbraccio, di una parola, di un gesto, di qualcosa che forse non hai mostrato e che la vita non ti darà la seconda possibilità di mostrare”.  Ecco, vogliamo iniziare da qui l’intervista?

“La vicenda che mi vede protagonista di questa scissione all’interno del Movimento molto dell’aspetto umano. Noi ed io abbiamo una esperienza di otto anni e con molti di quelli che sono ormai ex colleghi ho vissuto una esperienza che trascende il lato politico e ha creato una vera e propria famiglia e in una famiglia che si rispetti ci possono essere i contrasti ma poi si recuperano, ci si viene incontro per rimettere le cose a posto. Ecco, questa famiglia fino alla scorsa legislatura era unita, si trovava sempre un modo per rimetterci insieme. Invece in questa nuova legislatura sembra che si sia scollato qualcosa”.

Qualcosa in particolare?

Io separo il lato umano dalle vicende politiche perché è giusto che sia così. I fattori umani non possono  determinare una linea politica ed è quello che purtroppo è successo . Da situazioni che trascendono il lato politico si è arrivati ad una separazione. Riportando tutto sul piano politico invece c’è stata una divergenza di opinioni con due schieramenti che erano all’interno del gruppo parlamentare del Movimento 5Stelle. Chi la vede e continua a vederla come una opposizione ad oltranza, quindi ad ogni provvedimento mostrare il lato puro dell’opposizione  a qualsiasi proposta che arriva dal governo e dall’altra parte invece ci siamo noi che abbiamo voluto a un certo punto sollevare un atteggiamento critico nei confronti dei nostri compagni dicendo  “guardate che noi siamo quelli che abbiamo detto di valutare il merito delle proposte non siamo quelli del no a tutti i costi, siamo quelli che diciamo di valutare quello che arriva in parlamento e poi decidiamo se votare si o no”. Risposta, noi siamo quelli del no e basta. Qui cominciano le divergenze, a noi ci viene chiesto di adeguarci a quelle che sono le decisioni della maggioranza e così siamo stati messi alla porta. O vi adeguate o ve ne andate. Questo per me era inaccettabile perché ripeto,  dopo avere vissuto come una famiglia nell’arco dei cinque anni precedenti, qualsiasi situazione anche di tipo politico che si presentava o divergenze, venivano alla fine  allineate”.

Delle figure anche nazionali interne al movimento chi vi è venuto incontro per cercare almeno di dirimere le questioni?

“Questa situazione è andata avanti per mesi e quello che ci è dispiaciuto di più è quanto accaduto ad uno dei nostri colleghi cui  è stato inflitto un provvedimento disciplinare e  a questo punto abbiamo preso le sue difese”.

Per chi era il riferimento?

“Uno dei nostri colleghi, Sergio Tancredi, non restituiva parte dello stipendio  ma aveva chiarito al gruppo  che era impossibilitato a farlo. Questo è stato il lato umano che poi è entrato nelle vicende politiche e che ha condizionato. A nostro modo di vedere il gruppo doveva farsi carico anche di queste necessità del compagno, invece è come se l’avesse spinto fuori. Da qui abbiamo portato avanti una grande battaglia interna per rivedere la linea politica e ci siamo trovati in difficoltà perché volevamo sostenere l’amico, è qui che il lato umano si confonde con il lato politico. Le ragioni però sono prettamente politiche. L’attuale capo politico dei 5Stelle Vito Crimi interviene il 20 di maggio a seguito anche di una lettera che il gruppo parlamentare invia nei nostri confronti e interviene tardivamente perché comunque le cose erano ormai mature, il collega Tancredi è stato espulso, però è l’unico intervento che avviene  nel giro di un anno in cui succedono tutte queste cose. Abbiamo risposto che  prendevamo atto del suo intervento ma che ormai tutto era consumato”.

Non avete pensato ad una extrema ratio, parlare con Grillo?

“Ormai il capo politico è Crimi, i rapporti sono con lui”.

Nei confronti di questa maggioranza regionale cosa vi ripromettete di fare?

“Non cambiamo pelle. Abbiamo cambiato vestito perché siamo stati costretti a farlo ma quelle che erano le nostre iniziative, il nostro programma, i nostri principi e determinate regole che abbiamo portato avanti restano nel nuovo gruppo che giocoforza si è formato. In “Attiva Sicilia” trasferiamo quella che è la nostra esperienza e la nostra credibilità che non intendiamo perdere. Abbiamo fatto un discorso al nostro gruppo dicendo che dobbiamo tornare ad essere quelli del merito, quelli che volevano un ruolo centrale all’interno del parlamento siciliano e che abbiamo perso in questa legislatura a vantaggio di una opposizione sterile e improduttiva. Dobbiamo tornare ad essere quei centrali  rispetto alla politica e al parlamento, riportare i cittadini al centro dell’attenzione tra maggioranza e opposizione”. 

Questo l’atteggiamento che vi proporrete?

“Assolutamente. Se ci saranno delle sanatorie o delle situazioni per le quali noi abbiamo sempre avuto atteggiamenti diversi, per esempio se il governo Musumeci   vorrà introdurre gli inceneritori in Sicilia noi ci opporremo, ma se dovesse proporre una riforma che sta bene ai siciliani e di cui hanno bisogno noi voteremo positivamente quella riforma, ovviamente valutandola nel merito. Vuole essere un atteggiamento responsabile nei confronti dei cittadini che ci hanno votato     e che ci hanno chiesto di portare i risultati e le risposte  sul territorio. Cosa che attualmente con la politica del no non possiamo portare a casa”.

Altre criticità che vorrete affrontare?

“E’ chiaro che quello che era un atteggiamento critico abbiamo deciso di riporlo nell’armadio. Abbiamo di fronte due anni di legislatura e il nostro interesse è di completare questa legislatura in maniera dignitosa, quindi chi pensa che ci sia un progetto che vada oltre la scadenza di questo mandato si sbaglia. Abbiamo definito questo contenitore che abbiamo creato un progetto civico perché non ci riconosciamo in nessun partito, siamo aperti a tutte le collaborazioni, con tutti gli schieramenti politici, è un discorso un po’ più ampio”.

Tutto questo accade in un momento in cui l’emergenza coronavirus ridà un forte ruolo al “partito” e logora invece i movimenti, vedi le sardine.

“Certo, durante questo percorso si valuterà coi cittadini quale sarà il nostro futuro. Ad oggi non ci poniamo limiti ma vogliamo dire che il progetto civico serve a completare il mandato, questi ultimi due anni di legislatura in maniera produttiva ed efficace. Abbiamo lasciato agli altri il simbolo, purchè lo trattino bene”.

La Rete che risposte vi ha dato?

“In questo momento la Rete non ha capito le nostre proposte e decisioni, abbiamo spiegato ma qualcuno non ha ancora capito quali sono le nostre ragioni.  Posso dire loro non giudicateci ora ma alla fine del percorso. La battagli fatta all’interno è per noi inutile, un dispendio di energie che non ci potevamo consentire. Abbiamo bisogno di produrre e fare non di litigare. Il nome “attiva” non è stato scelto a caso, è un nome che rievoca il nostro trascorso e il nostro percorso. Ritornare ai principi della cittadinanza attiva che sono basilari”.

La Sicilia si è sempre rivelata un laboratorio politico.  Una domanda nuda e cruda. Quando c’entra Di Battista in tutto questo?

“No, no, Di Battista ritengo sia anche contrario a queste decisioni che abbiamo preso perché lui ha lo sguardo rivolto agli Stati generali che dovevano svolgersi qualche tempo fa e probabilmente presenterà una sua proposta. Lui è rivolto al Movimento  e non certo a forze come la nostra , fuori dal Movimento. Rispetto a lui per me i tempi di lottare all’interno sono finiti, io ho  necessità di fare i conti fra due anni con i miei elettori e resocontare quanto ho fatto. E li finisce il mio percorso politico, quanto meno all’Ars.  Non posso attendere gli Stati Generali, non posso attendere che i tempi siano maturi per l’adeguamento del Movimento 5Stelle”.

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