L’inchiesta su mafia e appalti, i consiglieri di Ribera chiedono dimissioni del presidente consiglio Costa
Dopo il primo cittadino adesso sono i consiglieri comunali a chiedere le dimissioni di Costa
Dopo che a farlo per primo era stato, nei giorni scorsi, il sindaco Matteo Ruvolo, anche dodici consiglieri comunali di Ribera hanno chiesto le dimissioni di Vincenzo Costa, presidente del consiglio comunale, esponente di Forza Italia coinvolto nell’indagine della Dda di Palermo su mafia e infiltrazioni negli appalti pubblici che, lo scorso 11 luglio, è culminata con 7 arresti a Sciacca. Evidenziano, i firmatari della richiesta che, “a prescindere dagli eventuali profili di responsabilità penale, che potrebbero anche non sussistere, suscita perplessità il ritardo da parte del presidente dell’assise nell’assumere una decisione che restituisca decoro e legittimazione all’organo consiliare”. Nel frattempo la coordinatrice provinciale di Forza Italia, la parlamentare all’Ars Margherita La Rocca Ruvolo, ha definito “atto di responsabilità” la decisione di Costa di autosospendersi dal partito, confidando anche “che non ci siano strumentalizzazioni e giustizialismi”. Nei giorni scorsi Vincenzo Costa aveva detto di non avere ricevuto alcun avviso di garanzia, ma che in ogni caso avrebbe riflettuto sul da farsi. Secondo le intercettazioni della guardia di finanza, Costa, medico veterinario dell’Asp di Agrigento, interloquiva con il presunto capomafia di Sciacca Domenico Friscia per chiedergli di intervenire, per indurli ad un comportamento più rispettoso, nei confronti di due accalappiacani dipendenti del comune di Sciacca. Inoltre, Costa si sarebbe impegnato a trovare un lavoro alla figlia di Friscia e a permettere ad un soggetto, anch’egli segnalato dallo stesso Friscia, di lavorare come vigilante di alcuni immobili di sua proprietà.