Politica

Operatori giudiziari esclusi dalla stabilizzazione, Delmastro: “Soluzioni per tutti dopo il conteggio degli aventi diritto”

Dai dati trapelati da alcuni rappresentanti delle sigle sindacali maggiormente rappresentative si deduce che gli operatori giudiziari a tempo determinato attualmente in servizio dovrebbero essere 1160 e non, come si pensava, circa 1500

Pubblicato 1 anno fa

Il giorno 16 giugno 2022 in Senato si è proceduto all’approvazione di un provvedimento nell’ambito del decreto PNRR2 (DDL n. 2598, emendamento n. 17.0.1 che introduce art. 17 bis proposto dalla Senatrice Fiammetta Modena) che prevede l’assunzione a tempo indeterminato di  1200 operatori giudiziari a fronte dei circa 1500 operatori giudiziari attualmente in servizio presso il Ministero della Giustizia, di fatto escludendo immotivatamente circa 300 persone dalla procedura di stabilizzazione e provocando una distinzione di trattamento tra i lavoratori della  giustizia attualmente in servizio con la stessa mansione, la stessa qualifica e vincitori del  medesimo concorso.

I requisiti richiesti per la procedura di stabilizzazione sono tre:

a) essere in servizio alla data del 30 maggio 2022 con contratto a tempo determinato presso l’Amministrazione giudiziaria con la qualifica di operatore giudiziario;

b) aver superato una procedura selettiva di reclutamento indetta dalla suddetta Amministrazione; 

c) aver maturato tre anni di servizio presso il Ministero della Giustizia, anche non continuativi, di cui almeno dodici mesi a tempo determinato e i restanti anche sotto forma di tirocini.

Nella piattaforma online sul sito del Ministero della Giustizia, in cui si possono inserire le domande di partecipazione alla procedura di stabilizzazione, si specifica che il requisito di cui alla lettera C deve essere raggiunto entro la fine del 2023.

Dai dati trapelati da alcuni rappresentanti delle sigle sindacali maggiormente rappresentative si deduce che gli operatori giudiziari a tempo determinato attualmente in servizio dovrebbero essere 1160 e non, come si pensava, circa 1500. 

Un’importante dato che fa ben sperare in una possibile rimodulazione del dettato normativo prevedendo dei requisiti meno stringenti oppure, qualora si decidesse di mantenere gli stessi, consentendone il raggiungimento entro la fine del 2024, con l’obiettivo di estendere all’intera platea degli operatori giudiziari attualmente in  servizio la procedura di stabilizzazione. 

Tale aspettativa è alimentata dalle parole del sottosegretario Andrea Delmastro che, intervenuto alla manifestazione del 23 novembre 2022 a Roma nei pressi del Ministero della Giustizia, ha affermato che: “Una volta concluso l’inserimento delle richieste di stabilizzazione nella piattaforma, si avranno i dati precisi sui lavoratori in possesso dei requisiti e su quelli sprovvisti degli stessi. Dopo, di concerto con le organizzazioni sindacali, si potranno adottare i provvedimenti normativi più opportuni per stabilizzare tutti gli operatori a tempo determinato, compresi i militari ed i tirocinanti ex art. 37 e 73. Rispetto all’adozione di tali provvedimenti normativi c’è la volontà politica del Ministero”. 

CIGL – CISL e UIL, promotrici della manifestazione a favore degli operatori giudiziari precari che ha visto la partecipazione di decine e decine di lavoratori provenienti da diverse regioni d’Italia, rinnovano pieno sostegno per il raggiungimento della tanto sperata stabilizzazione. 

Dopo il silenzio del Ministero della Giustizia sull’interrogazione parlamentare sul destino degli operatori esclusi, proposta dall’onorevole Dori e discussa giorno 22 novembre 2022, l’apertura del sottosegretario Delmastro accende gli animi delle circa 300 famiglie in attesa di risposte. Risposte che queste famiglie dovranno dare ai propri figli.   

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *