Agrigento

“Come tu mi vuoi” al Teatro Pirandello di Agrigento 

Oggi sulla scena troviamo Lucia Lavia figlia d’arte di Monica Guerritore e Gabriele Lavia che recita il monologo in piedi

Pubblicato 1 anno fa

Gran teatro l’altra sera al “Pirandello”. Si rappresentava  “Come tu mi vuoi” commedia pochissimo frequentata dai registi forse perché racchiude la summa pirandelliana tra echi di lanterninosofia, doppie alterità e intimismi vari che ritornano squassando le serate di quegli  spettatori che vorrebbero rilassarsi.

Commedia scritta nel 1929 ma che già tre anni dopo, nel 1932, fu colta al volo  dal cinema hollywoodiano che la portò sugli schermi con la “divina” Greta Garbo. In Italia l’ultima volta che gli spettatori poterono ascoltare  il celebre monologo dell’Ignota, alias Lucia, fu per merito del giornalista Rai Melo Freni che alcuni decenni fa intervistò Marta Abba suggerendole di recitare alcuni brani del monologo.

Oggi sulla scena troviamo Lucia Lavia figlia d’arte di Monica Guerritore e Gabriele Lavia che recita il monologo in piedi con il piglio deciso e trascinante di una “imputata” che spiega le sue ragioni a un gran giurì. E’ lei che regge la commedia diretta da un grande regista, quel Luca De Fusco che, anche da direttore del Teatro Stabile di Catania, prosegue la sua ricerca su Pirandello. Ricordiamo  il suo “Vestire gli ignudi” del 2009 dove  utilizzò l’inflazionato video nella scenografia con risultati di metaforico reality show e che anche qui prosegue la sua storica collaborazione con la scenografa Marta Crinolini Malatesta, Gigi Saccomanni alle luci con sorprendenti richiami cine-caravaggeschi e cine hollywoodiani con quegli specchi che ricordano il finale del film di Orson Welles “La signora di Shangai” con Rita Hayworth.  

Dicevamo, la commedia  non è tra le più frequentate e sicuramente per recepire la poca linearità del testo bisogna andarlo a rileggere  prima di entrare in sala e per gustarlo appieno una lettura dopo la visione la riteniamo necessaria.  Solo così ognuno potrà rispondere a interrogativi che don Luigi semina a piene mani: “Ciò che rappresento per gli altri è davvero ciò che sono? O forse posso illudere chiunque di essere ciò che non sono?”.

Tutti i temi pirandelliani vi sono ricorrenti come la ricerca della verità sempre inafferrabile, tanto che lo spettatore fatica a capire chi sia la stessa Ignota che diventa Lucia solo quando lei lo desidera e lascia che gli altri lo credano. Un altro bel gioco di fantasia offre Pirandello allo spettatore quando riporta( qui la danza inziale di Lucia Lavia è un piccolo capolavoro) nel suo dramma il contrasto tra la metropoli Berlino del primo dopoguerra e la provinciale arretratezza italica dove di li a poco ascenderanno i dittatori.

E poi gli altri “stiletti” che lo scrittore agrigentino affonda nel dolore “la più incomunicabile delle esperienze umane” mentre l’Ignota riempie la scena col suo accorato ”sono qua, sono tua, in me non c’è nulla, più nulla di mio, fammi tu, fammi tu, come tu mi vuoi…”.

Oltre alla stella nascente Lucia Lavia che ricordiamo nel 2011 debuttante sulla scena del Teatro Pirandello nel  “Malato immaginario” diretto dal padre Gabriele, ci sono Francesco Biscione, Paride Cicirello, Alessandro Pacifico, Nicola Costa, Alessandro Balletta, Alessandra Costanzo, Bruno Torrisi, Pierluigi Corallo, Isabella Giacobbe.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *