Mafia

La rete di protezione di Messina Denaro, indagini sui complici nascosti da nomi in codice

Nomi in codice su cui si cerca di fare chiarezza per fare terra bruciata delle complicità

Pubblicato 1 anno fa

“Cugino” era Laura Bonafede, cugina di Emanuele Bonafede, arrestato ieri insieme alla moglie, e figlia del boss di Campobello di Mazara. “Diletta” era invece Lorena Lanceri (indicata anche come “Lesto” o “Tramite”), pure lei ieri in manette, e che in quel modo firmava le sue lettere appassionate indirizzate a Matteo Messina Denaro (“…Quel regalo sei tu”). Ma nell’ordinanza con cui gip di Palermo, Alfredo Montando, ha disposto l’arresto ieri della coppia, spuntano altri alias, nomi in codice su cui si cerca di fare chiarezza per fare terra bruciata delle complicita’: Squallido, Romena, Bagnino, Blu, e Depry. Una modalita’ ricorrente utilizzata nelle comunicazioni di e con il padrino di Castelvetrano, catturato a Palermo il 16 gennaio. Nel provvedimento d’arresto della sorella Rosalia, ad esempio, risalente a inizio marzo, era emerso che lei era “Fragolone”, altri “Ciliegina”, “Corvo” su cui sono in corso accertamenti per continuare a sgretolare il muro di protezione dell’ex latitante rimasto tale per 30 anni.

Un nome, per dire, ce l’aveva anche l’Alfa Romeo Giulietta in uso al Messina Denaro, indicata come “Margot”, trovata a Campobello di Mazara. Capire chi ci sia dietro quei nomi e’ tra i compiti che si sono dati i magistrati della procura di Palermo e gli investigatori del Ros e dei carabinieri del Comando provinciale. Laura Bonafede, a esempio, scrivendo a chi salutava con “Amico mio”, cioe’ Messina Denaro, affermava: “In televisione c’e’ Il Re Leone, mi sarebbe piaciuto vederlo con Depry e ridere insieme alla frase: io rido in faccia al pericolo e il pericolo e’ il mio mestiere. Mi manca tutto, anche guardare un film assieme”.

Nei giorni a seguire sempre Laura Bonafede, si legge ancora nell’ordinanza, continuava a presentarsi, senza esito, all’appuntamento di sabato con il boss e “la perdurante assenza di notizie, unita alla malattia sofferta dal latitante, la rendevano inquieta: “Ho pensato che potevi essere andato a parlare allo ‘Squallido’. Insomma possono essere tanti motivi ma quello della Romena e dello Squallido sono gli unici che mi balenano nella mente)”. “Domani – concludeva sconsolata – andro’ nuovamente all’appuntamento, spero che questa volta non vada buca. Buona notte Amico mio. Ti voglio bene”.

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