Le telefonate imprevedibili di Papa Francesco: da Rita Pavone ai genitori dei fratellini Mulone
E' stato il primo pontefice ad alzare la cornetta per rivolgersi a bambini, suore, prete, mamme e papà, ma anche personaggi conosciuti vicini e lontani alla Chiesa
Francesco si è rivelato un Papa imprevedibile, anche nelle telefonate, improvvise e speciali. E’ stato il primo pontefice ad alzare la cornetta per rivolgersi a parroci, bambini, suore, prete, mamme e papà, ma anche personaggi conosciuti vicini e lontani alla Chiesa. Quando dei giornalisti, stupiti, chiesero a Papa Francesco il perché delle sue telefonate a tante persone comuni, la risposta fu: “E meno male che non sapete tutte quelle che ho fatto!”.
In molti hanno creduto che si trattasse di false notizie inventate dalla stampa, ma lo stesso Jorge Maria Bergoglio ha dichiarato: “Per me resta un’abitudine. Un servizio. Lo sento dentro”; e così il Papa in persona componeva il numero, ascoltava i problemi, confortava, dava consigli come un semplice prete. Alcune di queste storie sono state raccontate nel libro “Gli abbracci di Francesco” di Rosario Carello, pubblicato nel 2016 dalle Edizioni San Paolo.
“Pronto? Anna? Sono Papa Francesco”. All’inizio del settembre 2013 squilla il suo telefono e Anna, 35 anni, pensa ad uno scherzo. Era incinta del suo compagno che però all’improvviso aveva deciso di non riconoscere il figlio che porta in grembo e le aveva chiesto di abortire. Anna si era rifiutata, e lui la lasciò. In quel momento, il più buio della sua vita, la giovane donna scrisse al Papa.
“Anna, ho letto quello che mi hai scritto. Voglio solo dirti che noi cristiani non ci dobbiamo far portare via la speranza, mai!”, le disse il pontefice al telefono.
Anche la cantante Rita Pavone ha ricevuto una telefonata da Papa Francesco, che la ringraziò per un disco che gli aveva inviato. “Pronto? La signora Pavone? Avrei tanto piacere di incontrarla”. E il 12 febbraio 2014 andrà in udienza in Vaticano insieme al marito e alla famiglia. Il Papa telefonò anche all’appuntato dei carabinieri Rosario Mulone, per confortarlo della tragica morte dei due bambini, Carmelo e Laura, a cui piacevano i vulcanelli della riserva di Macalube, in provincia di Agrigento: durante la visita una colonna di fango caldo schizzò in alto e due bimbi persero la vita. Dopo 20 giorni dalla loro morte prematura, arrivò la chiamata del pontefice: “Volevo dirvi che non ho parole, mi ha colpito molto la vostra storia”.
Non ci sono resoconti, ma in più occasioni Papa Francesco ha telefonato a detenuti in carcere. Dalle cronache risulta, ad esempio, che il 28 agosto 2015 Bergoglio chiamò un istituto penitenziario di La Plata, in Argentina, e si rivolse ai 170 giovani rinchiusi, che ascoltarono in diretta le sue parole diffuse dagli altoparlanti. “Mi hanno parlato molto bene di voi, della grande voglia che avete di andare avanti, di continuare a lottare. Ricordatevi, non c’è cosa peggiore che un giovane sia un pensionato anzitempo. La vita ha bisogno di tutti voi. Tutti abbiamo problemi o abbiamo avuto problemi, ma sappiate sempre che i problemi esistono per essere superati, e non per lasciarsi schiacciare da essi. Un giovane deve sempre guardare in avanti con speranza, gioia, con la faccia sempre allegra, mai triste”.
Una telefonata di tre minuti, alla fine della quale, come sempre, chiese di pregare per lui.
Nel 2015 Papa Francesco telefonò alla leader radicale Emma Bonino, che era in cura per un tumore al polmone sinistro. “Ho ricevuto una tanto inaspettata, quanto graditissima, telefonata di Sua Santità Papa Bergoglio – raccontò l’interessata – Si è informato sulla mia salute, ne abbiamo parlato brevemente, comunque incoraggiandomi a tenere duro, cosa che sto facendo con tutte le mie forze. Poi abbiamo parlato dei migranti, di povertà, del Mediterraneo e ho detto a Sua Santità che i nostri ragazzi dovrebbero essere accompagnati a visitare qualche bel museo, che pure abbiamo, dell’emigrazione italiana, e rivedrebbero le stesse facce, gli stessi occhi, le stesse speranze e la stessa determinazione”.
Emma Bonino e Papa Francesco parlarono di Africa e di donne.
“Io gli ho ricordato che i migranti semmai riusciamo ad accoglierli, poi li mettiamo in carcere e le carceri sono piene, appunto. Una telefonata, diciamo anche affettuosa, tra un ‘cerea’ iniziale e un ‘cerea’ finale (Emma Bonino è piemontese come la famiglia di Bergoglio, e ‘cerea’ è il saluto tradizionale in dialetto). Mi ha rinnovato l’impegno a tenere duro. Gli ho risposto: ‘Santità, l’erba cattiva non muore mai, mia mamma diceva che sono un’erba non cattiva ma resistente’. Certamente Papa Francesco non solo mi ha confortata, ma mi ha incoraggiata”. Anni dopo, Papa Francesco si è recato nella casa romana di Emma Bonino reduce da un ricovero ospedaliero.
Tra le tante telefonate di Papa Francesco, anche quella a suor Teresa Di Mauro che vive a Casal di Principe, in provincia di Caserta, insieme alle Sorelle della Congregazione delle “Figlie di Sant’Anna”: lavora in una scuola in cui aveva raccolto le cartoline-appello di tutti quei bambini che hanno perso dei cari a causa di malattie dovute all’inquinamento della “Terra dei Fuochi”. Commovente anche la telefonata tra il Papa e una donna di Ischia malata di cancro.