L’inchiesta Hybris, droga a Licata: in sei patteggiano la pena
L’indagine nasce nel quartiere Bronx di Licata, considerato un vero e proprio fortino della droga
Sei imputati scelgono di patteggiare la pena. Il giudice Giuseppa Zampino ha ratificato l’accordo tra accusa e difesa definendo così le posizioni di sei persone coinvolte nella maxi inchiesta Hybris, l’operazione della Squadra mobile di Agrigento che ha smantellato una fiorente piazza di spaccio con base nel quartiere Bronx di Licata e diramazioni in altre province siciliane. La pena più alta è stata (5 anni di reclusione) è stata applicata a Marco Cavaleri; un anno di reclusione per Giuseppe Sanfilippo e Angelo La Cognata; due anni e otto mesi di reclusione per Michele Palma; cinque mesi e dieci giorni per Marco Marino e, infine, sei mesi di reclusione a Giacomo Luca Marino.
L’indagine nasce nel quartiere Bronx di Licata, considerato un vero e proprio fortino della droga. Le investigazioni sono state avviate nei confronti di uno degli indagati che nell’ottobre del 2020, a distanza di soli due giorni, si era reso protagonista di due episodi caratterizzati dal utilizzo di armi da fuoco, uno verificatosi a Licata, ed uno a Gela nel quale l’indagato era rimasto vittima. Emergerà dalle indagini che, con la famiglia del suo aggressore gelese, il presunto capo dell’organizzazione licatese avvierà un “pactum sceleris”, finalizzato alla commercializzazione di stupefacenti. L’indagine svolta ha permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza su un gruppo criminale dedito alla commercializzazione dello stupefacente localizzato sul territorio di Licata e che aveva ramificazioni per l’approvvigionamento di stupefacente anche nelle province limitrofe di Caltanissetta e Catania. La struttura operativa dell’associazione indagata si dimostrava particolarmente efficace, e pericolosa, in quanto capace di stringere accordi criminali con altri soggetti, dediti alle medesime attività criminali, radicati nei territori di Gela e Catania, aprendo altri scenari investigativi, sui quali la Squadra Mobile raccoglieva gravi indizi, anche con il sequestro di rilevanti quantità di cocaina.