“Operazione Sottosopra”, colpo alle piazze di spaccio di Librino: 14 arresti
Quattordici gli arresti nel blitz che ha colpito un'associazione criminale che gestiva tre piazze di spaccio
Era “birra”, o “cibo per cani” o “lampadina da 40 watt”. Comunque la chiamassero in codice, era vasto il giro di droga nel quartiere Librino di Catania. Quattordici gli arresti nel blitz che ha colpito un’associazione criminale che gestiva tre piazze di spaccio. Sequestrate cinque case popolari dello Iacp, utilizzate come base logistica per lo smercio di stupefacenti. Per i clienti a disposizione anche una ‘Drug Room’ dove potersi drogare in tranquillita’. “Sottosopra” il nome dell’operazione che ha visto impegnati oltre 300 carabinieri del Comando provinciale nell’esecuzione della misura cautelare in carcere, emessa dai gip del Tribunale Ordinario e per i minorenni, a carico dei 14 indagati, tra cui di uno all’epoca dei fatti minorenne, accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, ricettazione e invasione di terreni o edifici.
Gli arrestati: Antonino Capizzi, 54 anni; Francesco Di Benedetto, 35 anni; Agatino Luciano Famà, 28 anni; Josè Gioia, 23 anni; Federico Giosuè Livoti, 22 anni; Santo “Melo” Livoti, 36 anni; Santo Palazzo, 70 anni; Angelo Salvatore Pantò, 44 anni; Antonio Paratore, 28 anni; Salvatore Patanè, 56 anni; Salvatore Gaetano Platania, 33 anni; Anthony Carmelo Spampinato, 29 anni; Salvatore Zarbo, 62 anni.
Le indagini, coordinate dalla Dda di Catania e condotte dalla Compagnia carabinieri di Catania Fontanarossa dal settembre 2021 a ottobre 2022, hanno permesso di colpire un gruppo criminale che gestiva contemporaneamente tre distinte piazze di spaccio di cocaina, crack e marijuana nel popoloso quartiere di Librino – in viale Nitta – con un giro d’affari che avrebbe fruttato incassi per diverse migliaia di euro al giorno, profitto dello smercio quotidiano ad alcune centinaia di acquirenti. Particolarmente fantasioso il linguaggio in codice utilizzato dai pushers indicare le varie tipologie di droga: “pacchetto di sigarette” o “cibo per cani” per la marijuana, o “una birra”, “mezza birra” o “una lampadina da 40 watt” per individuare le corrette quantita’ di cocaina. Tra i servizi offerti anche la disponibilita’ di un intero appartamento, una vera e propria “Drug Room”, dove i clienti potevano drogarsi in tutta sicurezza, al riparo da occhi indiscreti. Contestualmente, i Carabinieri stanno dando esecuzione anche al sequestro preventivo di 5 appartamenti di proprieta’ dello Iacp, tutti situati in quel complesso edilizio, utilizzati quale base logistica per l’attivita’ illecita e in parte occupati abusivamente.
Notificato, inoltre, l’avviso di conclusione indagini preliminari ad altri 18 nei confronti dei quali e’ stata riconosciuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per i medesimi reati. L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, sia mediante attivita’ tecniche che attraverso le tradizionali attivita’ di indagine quali osservazioni e pedinamenti, ha permesso di acquisire elementi che dimostrerebbero l’esistenza di un’organizzazione criminale che svolgeva “in regime di monopolio” un traffico di cocaina, crack e marijuana nel complesso di edifici del civico 12 di Viale Nitta, nel quartiere di Librino. La gestione e l’organizzazione dell’associazione sarebbe stata affidata ai fratelli Santo e Federico Giosue’ Livoti, nonche’ a Carmelo Antony Spampinato, i quali avrebbero mantenuto costantemente i contatti con un pluripregiudicato catanese che nonostante fosse gia’ detenuto in carcere per associazione per delinquere di tipo mafioso, si interessava in prima persona al traffico di stupefacenti. Quanto alle piazze di spaccio, due dei siti di smercio della droga avrebbero avuto come base logistica alcuni appartamenti, riservati alla piu’ rischiosa attivita’ di cessione di cocaina e crack; una piazza di spaccio sarebbe stata gestita interamente su strada, nel piazzale interno del complesso condominiale, in quanto destinata alla compravendita di droghe leggere. L’organizzazione prevedeva che le cessioni di sostanze stupefacenti avvenissero sia su strada (“sotto”), sia ai piani piu’ alti del complesso di edifici (“sopra”). Tutti questi luoghi, inoltre, sarebbero stati presidiati da una fitta rete di vedette, pronte a allertare i pusher in caso di interventi da parte delle forze dell’ordine. Infine, il gruppo offriva uno specifico “servizio” aggiuntivo agli assuntori, mettendo a loro disposizione un intero appartamento (“Drug Room”) in viale Nitta 12, accanto all’appartamento in cui spacciavano, per consentire di consumare la sostanza in tutta sicurezza, al riparo da occhi indiscreti. I cinque appartamenti, di proprieta’ dello Iacp, che sarebbero stati destinati ad ospitare le piazze di spaccio sono stati oggetto di sequestro preventivo perche’ abusivamente occupati. Il complessivo giro d’affari ammontava a diverse migliaia di euro al giorno. Nel corso dell’attivita’ d’indagine, a riscontro delle indagini, i carabinieri hanno arrestato 23 persone per condotte connesse a spaccio di sostanze stupefacenti, sequestrando oltre 4 chili di sostanze stupefacenti, tra cocaina, crack e marijuana, denaro contante per oltre 5 mila euro, oltre a 18 catalizzatori e 2 gruppi ottici di un’autovettura Smart, tutti rubati, che sarebbero stati utilizzati dagli acquirenti come metodo di pagamento in cambio delle dosi di stupefacente. L’associazione avrebbe piu’ volte tentato di riorganizzare la dislocazione delle proprie piazze di spaccio, cambiando gli appartamenti dove avvenivano le cessioni, a causa dei continui arresti e sequestri.