Cultura

“Sette racconti” per Salvatore Sciascia editore

A Racalmuto non c’è pace per gli Sciascia ed è un bene che sia così. Alcuni giorni fa in contrada “Noce” veniva aperta per la prima volta al pubblico la casa di campagna di Leonardo Sciascia che prelude alla ricorrenza, nel 2021, del centenario della nascita dello scrittore, che già ieri sera un altro Sciascia, […]

Pubblicato 4 anni fa

A Racalmuto non
c’è pace per gli Sciascia ed è un bene che sia così.

Alcuni giorni fa
in contrada “Noce” veniva aperta per la prima volta al pubblico la casa di campagna
di Leonardo Sciascia che prelude alla ricorrenza, nel 2021, del centenario
della nascita dello scrittore, che già ieri sera un altro Sciascia, questa
volta il grande e preveggente editore di Caltanissetta, Salvatore, veniva
ricordato con una manifestazione finemente editoriale nel chiostro del Palazzo
Comunale racalmutese.

Presente il
figlio, Giuseppe Sciascia, l’omaggio non poteva che essere un libro editato per
l’occasione. “Sette Racconti” che si
leggono d’un fiato scritti da Vito Catalano, (nipote di Leonardo che in anni
lontani collaborò fattivamente con l’editore nisseno) dallo scrittore
agrigentino Matteo Collura, Salvatore Falzone, Melo Freni, Massimo Onofri, il
nisseno Mauro Tomassoli  e Stefano
Vilardo di Delia.

A presentare l’evento l’assessore alla cultura di Racalmuto, Enzo Sardo mentre alcuni interventi musicali  sono stati eseguiti dal maestro Gaetano Lauricella all’oboe e Angelo Apa alla chitarra.

Un “pot-pourri”
che andava dal celebre “Degueglio” a Steve Wonder, Clapton e Bossa nova. Ancora
un altro tocco di cultura sciasciana l’ha dato Elena Riccio che ha consegnato
la sua tesi di dottorato “La ricezione di
Leonardo Sciascia. Il viaggio dell’opera nello spazio e nel tempo attraverso la
collezione Leonardo Sciascia-recensioni”.

Ne ha discusso
la stessa Riccio insieme alla prof. Marina Castiglione mentre gli eredi di
Leonardo Sciascia doneranno il materiale d’archivio utilizzato per lo studio.
Più di un cenno particolare va fatto ai due musicisti Gaetano Lauricella e
Angelo Apa. Il primo ha suonato nell’ensemble giovanile del maestro Muti e in
altre grandi orchestre con tournée all’estero e che insieme ad Angelo Apa
rinnovano con grande impegno e sacrificio personale la tradizione musicale
racalmutese che vanta una delle più antiche band comunali.

Tutto un mondo e
una tradizione che merita più attenzione – ci dice il direttore Carrara – che
in questo difficile momento del coronavirus auspica una pronta riapertura del
Teatro comunale e per adesso sogna una stagione concertistica. Un appello al
sindaco Vincenzo Maniglia i nostri musici non se lo lasciano scappare e, manco
a dirlo,  anche Grandangolo si unisce a
loro.

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