Rigassificatore: indagare sui permessi e sul perchè il parere della Capitaneria non venne inserito nel decreto
Conversazione nella “Sicilia agrigentina” tra Diego Romeo e Paolo Cilona con un intervento di Confimpresa Euromed
Come si stanno muovendo le istituzioni in merito al rigassificatore e in prospettiva per l’aeroporto? Non pensi che il sindaco di Agrigento dovrebbe indire una conferenza stampa e informare la città sulle decisioni da adottare? Personalmente poi sono stato costretto a prendere atto del capovolgimento del profilo politico di Marco Zambuto, ieri unico politico anti-rigassificatore, oggi assessore regionale che non riesce a dire quasi nulla sulle iniziative da intraprendere. Ostaggio del suo partito o dei (sempre cosiddetti) poteri forti?
“Il provincialismo si fa strada. Una classe politica miope affonda le uniche potenzialità del nostro territorio per lasciare spazio al rigassificatore che ha fruttato milioni a favore di persone diaboliche che con arguzia su migliaia e migliaia di chilometri di coste italiane hanno scelto la nostra meravigliosa costa con la Scala dei turchi e a ridosso dei luoghi pirandelliani e del Parco archeologico. La storia condannerà i nuovi barbari scesi in campo per distruggere il futuro di Agrigento e del suo hinterland. Anche il Porto di Porto Empedocle avrà i suoi momenti di stallo in presenza del rigassificatore con grave nocumento alla navigazione e all’approdo. E poi in caso di conflitti il rigassificatore sarà sempre uno degli obiettivi principali da colpire”.
Tempo fa Italia viva si era annessa le grandi benemerenze ambientaliste di Mare amico. Sarà una brutta gatta da pelare per l’associazione conviverci e soprattutto apprendere che Marco Carrai (vicepresidente di Jsw steel sostenitore dei rigassificatori da Piombino a Capo Passero) è un ex-fedelissimo di Matteo Renzi. Ancora c’è da dire che la metà delle raffinerie italiane si trova in Sicilia. Il governo regionale cosa fa per bloccare la truffa degli aumenti?
“La Sicilia è stata presa d’assalto dagli industriali del nord che con il miraggio dell’occupazione e dello sviluppo hanno realizzato impianti in siti come Augusta, Priolo, Milazzo, Gela devastando il paesaggio e l’ambiente con ripercussioni sul piano della salute degli addetti ai lavori. Una scelta scellerata che ha compromesso lo sviluppo naturale delle coste siciliane. Ancora una volta si tende di fare affari in Sicilia devastando il paesaggio come nel caso del rigassificatore. La classe politica siciliana con il suo bla bla apre le porte agli speculatori provenienti da ogni parte. Questo è avvenuto ed avviene in mancanza di una comune strategia accompagnata da una progettualità a favore della tutela del paesaggio, dei monumenti, delle coste e dell’intrattenimento. Mare amico è ufficialmente contro il rigassificatore con dichiarazioni già rese. Quello che emerge è il lavoro certosino portato avanti dagli interessati con permessi e nulla osta dati dai Comuni, dalla prefettura e dalla Soprintendente. Di fronte al futuro dio denaro non c’è ostacolo che tenga”.
Per la cronaca e per avere un quadro complessivo della situazione riportiamo la notizia inviata dal vicepresidente Codacons Giuseppe Di Rosa: Mentre la politica regionale con i propri sindaci di riferimento, fa “chiacchiere” e boccia un ordine del giorno del deputato regionale Di Caro, i fatti sono diversi ed a breve iniziano i lavori del metanodotto che attraverserà il territorio del comune di Agrigento in piena zona archeologica, sventrandola e cambiandone i connotati. .Quella stessa zona A che tutti gli ambientalisti hanno condannato e non difeso specie quando gli interessi sono stati altissimi. Ecco il risultato, ed è chiaro cosa accade mentre in troppi fanno chiacchiere ed hanno venduto il territorio ai poteri forti”.
Anche il presidente di Confimpresa Euromed Alessio Lattuca ci invia in merito un dettagliato intervento e rivela i retroscena sconcertanti che portarono al rigassificatore
Dice Lattuca: la Commissione nazionale per l’Unesco ha tempestivamente informato Dario Franceschini, Ministro della Cultura. L’intervento dell’Unesco fa ben sperare che, finalmente, possa essere archiviato l’incredibile progetto di allocare nella baffer zone (zona di rispetto) del Parco archeologico agrigentino un devastante e impattante impianto di rigassificazione che, guerra o non guerra, farebbe ridere il mondo intero della cultura contro i siciliani”.