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E’ il Comune il soggetto beneficiario di “Agrigento città della cultura”

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”

Pubblicato 10 mesi fa

Come reagirà il mondo politico di centrodestra alla offerta di Marcello Dell’Utri di donare una biblioteca al Parco della Valle dei templi? Si rischia un problema di ordine pubblico visto che anche il “treno della dolce vita” sponsorizzato da Sgarbi-Santanchè  non è in perfetto orario.

“La destra agrigentina si comporta come la scimmietta che non vede, non sente, non ascolta. Intanto, è un problema che riguarda la Regione siciliana che ha competenza in ordine ai beni immobili ricadenti all’interno del Parco archeologico Valle dei templi e paesaggistico. La domanda che nasce spontanea è: come mai Dell’Utri abbia scelto la Valle anziché altre località, ad esempio del palermitano, tra l’altro a lui tanto care? I poteri forti della Regione hanno da tempo assecondato il progetto assicurando ogni bene e pieno sostegno ben sapendo della connivenza politica locale. Intanto chiediamo se l’immobile chiamato Casa Morello rientra tra i beni già espropriati o ancora nella disponibilità dei legittimi proprietari e se i lavori in corso siano  destinati al recupero edilizio ambientale e  anche per una destinazione museale. Quel che emerge è il limite della normativa in ordine alla concertazione e  in merito all’attuazione  dei criteri di gestione, a prescindere dell’uso dell’immobile”.

La Fondazione che da tempo si doveva creare  per gestire l’Agrigento capitale della cultura, tarda ancora a nascere. Ma poi per gestire cosa visto che non c’è nulla di definito? Si è fatto almeno un censimento dei produttori di cultura di Agrigento e provincia?

“La Fondazione, a mio modo di pensare, sottrae compiti e funzioni allo stesso Comune. Circoscrivere i poteri istituzionali e la relativa gestione dei fondi connessi all’attribuzione del titolo di “Agrigento capitale della cultura”. È il Comune il soggetto beneficiario e spetta allo stesso avviare ogni procedura tecnica, amministrativa, gestionale e soprattutto in vista del grande appuntamento. I soli che possono attivarsi in questo particolare momento sono tutti gli assessorati comunali, titolari legittimi delle varie deleghe settoriali. Se non dispongono di personale date le circostanze il Comune può essere supportato da personale esterno di alto profilo ricorrendo alle consulenze esterne. Questo continuo allarme sulla mancata creazione della Fondazione fa nascere il dubbio che si voglia gestire l’intera vicenda. L’esperienza fa colti e dotti chiedendo consigli  alle città di Palermo, di Matera, di Parma, di Bergamo Brescia, città che hanno avuto il privilegio di “città capitale”, insieme a  pareri in ordine alla gestione dei fondi: l’umiltà fa forti”.

Si continua a ignorare il “Teatro di pietra” del Parco dell’Addolorata mentre si preferisce utilizzare l’accampamento teatrale di Piano San Gregorio per La Pace di Aristofane già vista a Siracusa.

Città strana la nostra. Da tempo suggeriamo l’opportunità di utilizzare appieno il “Teatro di pietra” dalla capienza di oltre duemila posti, ubicato nel Parco dell’Addolorata mai utilizzato per incapacità di tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute dal 1972. Un teatro che ha tutte le caratteristiche per ospitare le stesse” tragedie greche” che si svolgono al teatro di Siracusa, Segesta, Taormina. Bisogna andare avanti assegnando il teatro al Parco archeologico e paesaggistico di Agrigento per una sua rivitalizzazione a servizio della cultura dell’intrattenimento. Occorre guardare al futuro nell’interesse degli agrigentini e lasciare in pace gli spazi della Valle dei Templi massacrati da lavori di adattamento per pseudo teatri. La vegetazione merita pari rispetto che riserviamo ai ruderi”.

In vista del 2025 a che punto è la creazione dei parcheggi e dei servizi igienici ad Agrigento?

“Occorre con urgenza avviare un tavolo di lavoro per individuare gli spazi liberi da destinare a parcheggio e le zone della città dove scarseggiano i servizi igienici. E poi la cosa da fare è una convocazione di tutte le voci della città partendo dalle associazioni culturali per arrivare alle categorie economiche e produttive della città in modo che ciascuna formuli proposte operative in vista del 2025”.

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