Cultura

A Sciacca l’omaggio più completo a Filippo Bentivegna

In un volume 30×30 di oltre 200 pagine e corredato da centinata di foto e testimonianze critiche si è voluto raccogliere l’omaggio più completo a Filippo Bentivegna.   La presentazione non avrebbe potuto trovare location più degna se non  in quel “Castello incantato” dove Bentivegna visse e operò, prima in solitudine e poi circondato dalla […]

Pubblicato 5 anni fa

In un volume 30×30 di oltre 200 pagine e corredato da centinata di foto e testimonianze critiche si è voluto raccogliere l’omaggio più completo a Filippo Bentivegna.  

La presentazione non avrebbe potuto trovare location più degna se non  in quel “Castello incantato” dove Bentivegna visse e operò, prima in solitudine e poi circondato dalla attenzione di quanti ritenevano le sue sculture e i suoi dipinti murali autentiche creazioni d’arte. 

Art Brut e Filippo Bentivegna” questo il titolo che l’autore, Francesco Lo Bue, ha voluto dare a questo suo omaggio monumentale al Bentivegna e all’Art Brut che ha trovato in Eva Di Stefano, docente universitaria, e in Calogero Pumilia ex deputato Dc e oggi presidente della Fondazione Orestiadi, relatori  eccellenti.  

L’altra sera all’evento presentato da Erina Abruzzo, c’era  anche il sindaco di Sciacca,  Francesca Valenti, che nel chiosare  il libro di Lo Bue lo ha definito “un’opera esagerata nel senso buono del termine, un atto d’amore di un grande studioso nei confronti di un grande artista la cui arte si rigenera in quanto fuori dal tempo e in una dimensione che sfugge alla piccola e distratta mente umana”. 

Pumilia e Di Stefano hanno posto attenzione anche al pericolo che le opere di Bentivegna vengano danneggiate dagli agenti atmosferici, così come sono e appaiono oggi: “una materializzazione di immagini insepolte, una memoria antica ma ancora radioattiva che ci lega alla grande catena dell’essere… un vento lontano e perturbante che inquieta nel profondo i visitatori sensibili, attivando una dimensione onirica perché nel Castello Incantato si condensa una energia dionisiaca che ci riconnette alla parte sommersa e rimossa, anche mostruosa, della nostra cultura. Non c’è altro mistero, altro incanto.” 

Tra le testimonianze critiche che il volume diligentemente annovera troviamo anche la nota critica che Rosetta Romano pubblicò nel dicembre 1983 sul mensile agrigentino “Proposta”: “Ma questi volti stupefatti da una rivelazione che ci sfugge perché è dell’autore, del Bentivegna, mi fanno pensare all’innocenza di Dio che, nel fuoco polemico dei tomisti, Maritain offre come soluzione totale della conflittualità umana, claritas epifanica di una essenza immota, bene assoluto al di là del male”. 

Nel libro di Lo Bue troviamo anche un esteso compendio  dell’Art Brut e una catalogazione di alcuni dei suoi maggiori esponenti siciliani come Giuseppe Ardagna, Salvatore Catania, Giuseppe Solano, Antonino Ingoglia e un altro Bentivegna, Salvatore

Per la cronaca è stato fatto notare come Filippo Bentivegna sia annoverato fra i 50 artisti di livello mondiale nell’ambito dell’Art Brut, mentre una vera sorpresa è stata la esecuzione della canzone  dedicata a Filippo Bentivegna , che il complesso saccense dei “Nadur” aveva composto negli anni 60-70.  

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