Agrigento

Il teatro agrigentino batte, alla grande, il Covid

Si registra una generale ripresa e stabilizzazione del teatro che sull’attore basa la sua legittimità estetica, strutturale, sociale

Pubblicato 3 anni fa

Fin troppo vaccinati i personaggi pirandelliani  per andare in rianimazione.

Il Covid non li sfiora e lo si è visto in queste sere al Caos, sacrario di antiche “settimane pirandelliane” che sembrano rinascere con le messe in scena di alcune compagnie teatrali che stanno operando e sempre affinando le loro interpretazioni. Non sembra ci siano dubbi.

Ci sono segnali inconfutabili di una rinata presenza dell’attore nello spettacolo teatrale a iniziare dall’ensemble della Fondazione Teatro Pirandello a guida Gaetano Aronica, con gli attori del Pirandello Stable festival di Mario Gaziano che ha aggiunto il catanese Mario Sorbello (ci vuole poco a definire grande l’interpretazione del conte Romeo Daddi in “Non si sa come”) per finire alla Compagnia Concordia di Angelo Cinque e di Giovanna Messina.

Il primo si è cimentato in quel massimo vertice che è “L’uomo dal fiore in bocca” mentre la Messina riporta in auge insieme a Enzo Minaldi il primo  drammone di Pirandello, “La morsa”.

E non sembra sia un caso che due opere di Pirandello che si chiudono con uno sparo (La morsa e Non si sa come) siano state accomunate in questa estate che dicono  mitica, d’accordo, ma pur sempre sotto il segno dello scrittore agrigentino.

E come se non bastasse c’è un’altra singolare coincidenza perché queste due  opere sono la prima e l’ultima ad essere state scritte da Pirandello.

Dicevamo, una generale ripresa e stabilizzazione del teatro che sull’attore basa la sua legittimità estetica, strutturale, sociale, non ultima commerciale. Ma certamente non nel senso confindustriale e confcommerciale.

Tranne Sorbello e Aronica ci troviamo dinanzi attori che con durissimi sforzi e volontà creativa cercano di  ritagliarsi  un ruolo nella scrittura scenica e la rilanciano verso il  pubblico come un “opificio” del lavoro teatrale. Un supporto umano che in queste sere dell’”estate covidiana” (e forzatamente mitica) ripresenta l’esperienza estetica del teatro come esperienza vitale, come vissuto artistico.

In questo scorcio di stagione sono in attesa di andare in scena al Teatro del Caos fino al 28 settembre brani-florilegio tratti da Tennessee Williams (La signora Collins con Maria Grazia Castellana) e da Pirandello (La carriola e Il treno ha fischiato con Mario Sorbello).

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