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Antonia di Mirella Ioly

di Letizia Bilella

Pubblicato 1 anno fa

“L’unico tempo che possiamo dire nostro è il tempo delle nostre storie”

Antonia è nata a Coquimbo, la baia del Corsaro Drake, e qui è cresciuta nella miseria, in una famiglia dominata “da mescolanze di religione e di sesso” e dalla carismatica negligenza del patriarca José Antonio. Ha sposato Ricardo, ha vissuto sulla propria pelle le scosse telluriche del golpe di Pinochet, ed è infine fuggita in Canada, per crearsi una nuova vita. Al suo fianco ora c’è George, “il marito canadese”, angelo custode e interlocutore acuto, punto di riferimento di cui Antonia non potrebbe fare a meno. Ma nel suo percorso introspettivo sul lettino del Dr Ray i ricordi verranno a galla come pesci in un lago avvelenato, minando le certezze del presente.

Un romanzo frammentario, le sue pagine si presentano ricche di malinconia e gioie quotidiane, intrisi di un’infinita umanità.

La protagonista ci narra la sua travagliata esistenza in continuo movimento dal 1954 al 2012.

Ricco di personaggi, tutti ben definiti e completi, ognuno con la sua storia e una propria vita da vivere; è presente un ulteriore grande personaggio: la Storia.

La famiglia di Antonia è di tipo matriarcale, gli uomini vengono presentati come personaggi deboli, privi di spina dorsale, unica eccezione, il fratello Carlos.

Il momento di rottura che simboleggia il passaggio dalla giovinezza entusiasta di Antonia alla disillusione e al distacco con la propria terra natia, sarà proprio il golpe stesso: nonostante il trauma e l’emigrazione forzata, a Ottawa Antonia riesce a ricostruirsi una vita più che dignitosa.

Nel gelido paesaggio canadese, cresce la sua bambina Manuela e inaspettatamente trova l’amore, che diventerà compagno della sua vita matura.

Nelle ultime fasi della sua travagliata esistenza, quando soffrirà di ansie e paranoie, Antonia ritroverà un po’ di pace grazie alle sedute con il Dottor Ray, psicologo che la aiuterà facendole ripercorrere tutti gli episodi salienti della sua esistenza.

Mirella Ioly coniuga scorrevolezza di un testo piacevole con il piglio impegnativo del romanzo storico-politico.

Leggere queste pagine significa intraprendere un lungo viaggio nel Cile degli anni ’70-’80, immergersi in quelle atmosfere in bilico tra realtà ed esoterismo.

Una storia tutta al femminile con grandi e coraggiose donne che devono rielaborare il proprio passato. Predominante è l’aspetto psicologico di ognuna.

Pagine che si fanno leggere rapidamente. Una storia corposa, scritta con grande cura e attenzione, narrata in prima persona.

Da non perdere.

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