Spettacoli

Alla Kolymbetra il viaggio di Filippo Portera tra miti e leggende

Intervista di Diego Romeo al musicista agrigentino Filippo Portera

Pubblicato 3 anni fa

Nella serata inaugurale del 10 Luglio 2021 alle ore 21:00, la Kolymbetra proporrà “Metamorfosi”, un suggestivo e affascinante concerto in solitario sui miti e le leggende della cultura greco-romana, composto ed eseguito dal polistrumentista e compositore agrigentino Filippo Portera.

Pino Saulo di Rai Radio Tre, tra i più grandi conoscitori di jazz e della musica di ricerca italiana ed internazionale, in occasione dei tuoi ultimi lavori discografici: Metamorfosi e Gli Orologi, ti ha definito “nome storico dell’improvvisazione e della ricerca italiana”.

“Ringrazio Pino Saulo e sono onorato e felice di essere così considerato da uno dei nostri massimi esperti, perché la ricerca italiana ha avuto veramente grandi nomi che hanno cambiato il destino della musica nel mondo”.

Nonostante ciò, Agrigento ha poche occasioni di vedere e di ascoltare i tuoi lavori.

“E’ vero, ma io sono stato sempre disponibile per la mia città, visto il degrado economico e culturale, ho contribuire anche senza cachet, perché non riesco ad accettare che la grande Akràgas continui ad avere ancora tutte le contraddizioni che il nostro Pirandello denunciava come fosse il set di un perenne Truman show. Io e la mia musica andiamo quasi sempre in esilio volontario fuori da Agrigento, dove veniamo rispettati e presi nella giusta considerazione, giorno 24 Luglio, ad esempio, replicherò Metamorfosi al Parco nazionale del Pollino in Basilicata”.

Leggendo una tua breve biografia ho appreso che il grande astronomo Eric W. Elst, che ha scoperto più di tremila corpi celesti, ha dato ad un pianeta minore, cioè un grande asteroide, il tuo nome.

“Ci siamo conosciuti nel 2003 ed ho apprezzato oltre al grande astronomo, la sua grande sensibilità verso l’Arte e la musica in particolare e gli ho dedicato la Suite Kosmophonè, non mi sarei mai aspettato che desse il mio nome ad un Asteroide”.

Nella tua ricerca musicale ti sei sempre ispirato alla grecità, che è il tratto fondativo di Agrigento, ricordo la tua opera musicale del 2003 “Empedocle”, (da me video-registato in esclusiva) che nonostante le pochissime risorse a disposizione ebbe un grande successo al Giardino botanico.

Bellissimi ricordi, con i sette interminabili minuti di applausi alla fine della rappresentazione, “Empedocle è stata ed è l’unica Opera Musicale al mondo che parla del nostro grande filosofo colpevolmente dimenticato anche dagli agrigentini. Con le mie musiche, i frammenti ritrovati e i testi poetici di Nuccio Mula, Empedocle è un grande e bellissimo meccanismo da mettere in funzione e sarebbe fantastico rivedere il filosofo prendere vita nei luoghi in cui è nato e dai quali continua a dare lezione di vita al mondo”.   

Come è nata questa iniziativa con la Kolymbetra?

“Conosco il direttore della Kolymbetra Peppe Lo Pilato ormai da decenni ed ammiro la sua capacità di sognare e di realizzare in maniera trasparente. Una mattina mi sono svegliato con l’idea di far incontrare i luoghi che avevano generato l’idea e la musica del disco Metamorfosi che ne era scaturita ed ho inviato al direttore “Icaro”, un dei brani del disco. La risposta è stata immediata insieme alla  convergenza di idee e l’armonia che si è creata, frutto anche di una stima reciproca”.  

Sarai solo sulla scena? Come funzionerà “Metamorfosi”, questo concerto in solitario e quali strumenti suonerai.

 “Metamorfosi è un concerto in solitario per: flauto traverso, sax soprano, sax contralto, clarinetto basso ed elettronica, tratto dalle sedici composizioni che ho scritto, per i quindici libri delle Metamorfosi di Ovidio e pubblicato nell’omonimo lavoro discografico, presentato da Rai Radio Tre e dedicato a Peppino Impastato. Nel concerto la parola, il racconto dei miti e delle leggende che precede ogni esecuzione strumentale, diventa ouverture, primo impatto emozionale. Credo che ogni piccolo seme di conoscenza, debba essere piantato in un mondo che ha smarrito la cultura e la nostra grande storia e civiltà”.

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