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La Vardera ad Agrigento: “Presenti alle prossime elezioni. Sodano? Uno dei possibili candidati”

Il deputato di Controcorrente ribadisce l'impegno del movimento anche nel capoluogo nel 2026, ma chiarisce: "Lavoriamo come coalizione"

Pubblicato 54 minuti fa

La Vardera suona la “carica” ad Agrigento e guarda al voto del 2026 chiamando a raccolta la stessa coalizione che alla Regione sta lavorando per la sfiducia a Renato Schifani. Pur consapevole che il quadro locale non è mai identico a quello su area più vasta il deputato però rilancia la necessità di un impegno che non sia di semplice testimonianza.

La nostra intervista:

Onorevole, il 2025 ha visto 3 importanti esponenti politici regionali, cioè Roberto Di Mauro, Totò Cuffaro e Carmelo Pace coinvolti in attività di inchiesta abbastanza rilevanti e che avrebbero messo in luce un ruolo della politica diciamo non esattamente a favore del cittadino. Per essere una provincia marginale possiamo dice che ha una sua “vivacità”, non crede?

“Agrigento ha una grande opportunità, cioè mettere un punto a questo passato terribile che ha visto i dinosauri della politica fare da padrone e quindi distruggere questo territorio. E questo può farlo riscoprendo anche un pizzico di orgoglio. Questa doveva essere la città capitale della cultura, un evento che doveva cambiare le sorti e il futuro di questa comunità, ma di fatto si è dimostrato soltanto l’ennesimo fallimento e l’ennesimo posto in cui la credibilità della politica è completamente in brandelli. Non per colpa ovviamente degli agrigentini ma di esponenti politici di primissimo livello. Mi rivolgo a tutti coloro che hanno o hanno avuto un ruolo: cosa hanno portato di propositivo a quella comunità? Ad Agrigento c’è gotha della politica regionale, ma la provincia è forse è una delle ultime da punto di vista dei servizi. Un territorio sfruttato e stuprato da questi soggetti”.

L’incontro di oggi con la stampa sarà per annunciare la linea del suo movimento anche rispetto le prossime amministrative di Agrigento. Michele Sodano sarà lì come esponente di Controcorrente o come candidato sindaco in pectore?

“Noi siamo qui per dire che Controcorrente è presente, farà una propria lista, parteciperà alle elezioni di Agrigento e non staremo a guardare, soprattutto in questo scenario completamente da film horror. Noi diciamo che ci saremo, valuteremo con la coalizione anche le proposte di un candidato sindaco. Michele Sodano certamente è un nome che è sul tavolo. Si tratta di una persona che ha dimostrato da deputato di avere una coerenza, di avere ovviamente un seguito e per quanto ci riguarda è una persona che ha il profilo giusto, adeguato. Certamente ci confronteremo con gli altri partiti per individuare un candidato unitario perché anche lì non vogliamo fare una partita di testimonianza ma vogliamo provare a incidere. Crediamo comunque che saremo determinanti per un risultato positivo della coalizione”.

Senza primarie?

“Guardi, credo che il metodo abbia sicuramente senso sul tavolo regionale, ma mi pare molto più complicato fare le primarie per ogni comune in cui si andrà al voto. Se si vorrà fare anche per le realtà locali comunque noi non ci tiriamo indietro. Per noi l’incontro di oggi è una chiamata alle armi della democrazia verso tutti coloro che vogliono in qualche modo avvicinarsi alla politica, perché è diventata ormai una lobby privata di pochi soggetti che votano e fanno votare gli amici degli amici. Noi vogliamo provare ad ampliare questa vetrina per cercare di portare le persone per bene che guardano la politica da Agrigento e si schifano e rimangono lontani. Noi vogliamo riavvicinare le persone alla politica”.

Tornando alle primarie, dopo il suo annuncio di ieri si è un po’ scongelato il fronte del no dentro la coalizione?

“Le primarie sono una cosa che ci ha insegnato il centro-sinistra sostanzialmente, è sempre stata una grande battaglia del PD, la partecipazione, poi un po’ su queste cose sembra che si siano tutti tirati indietro col tempo. Perché hanno compreso che il voto popolare o magari il voto della gente, ormai disaffezionata alla politica, in qualche modo può dar vita a delle truppe cammellate che orientano il voto. Io invece ritengo che Controcorrente oggi abbia dimostrato che si può invertire la tendenza”.

In un lavoro sempre di coalizione..

“Se avessi voluto solo ottimizzare il mio risultato sarai andato da solo al voto. Ma la questione resta: come decidiamo il candidato presidente? Tiriamo i dati?”

C’è sempre quella “minchiata” del sorteggio, per citare Cuffaro…

“Guardi, io ritengo che il sorteggio sia assolutamente un argomento da riportare in campo in termini di scelte nella sanità. Mentre per lui era una minchiata, per me è una realtà. Noi dobbiamo scegliere i manager tra i migliori, chiaramente, per sorteggio per evitare che il proprio manager sia nella provincia in cui si voglia fare, ovviamente, del proprio interesse personale. Ci sono tanti temi da sollevare. Credo che lo scandalo più grande di questa storia, di queste 1.400 pagine del Ros, ci porta a Licata, con un consigliere comunale che si vantava di poter avere lo spostamento immediato di un infermiere da un reparto all’altro grazie all’amicizia con Cuffaro. Qui oggi siamo davanti ad una svolta importante: o tutte le persone di buona volontà si mettono in campo e provano a liberare questa terra, o forse ci meritiamo quello che abbiamo”.

Agrigento è il centro più grande, ma non l’unico che va al voto in provincia. Progetti fuori dal capoluogo?

“Ovviamente l’impegno principale è qui. Però Controcorrente conta oggi già dei consiglieri a Sciacca, dei consiglieri a Castrofilippo, stanno aprendo dei fari anche a Licata. Insomma, da otto mesi a questa parte stiamo provando a mettere insieme quelle persone di buona volontà che ci sono in quella provincia e che hanno bisogno di essere sollecitate. Partiamo da Agrigento, che potrà essere il banco di prova, sempre che non si vada a votare prima per le regionali, perché c’è il rischio che potrebbe diventare un voto unico”.

Come la vede la vicenda del voto di sfiducia a Schifani? Quali possibilità ci sono veramente?

“È uno strumento, l’unico strumento che abbiamo come deputati di opposizione, di dire la nostra. Non ce ne danno altri, e le regole del gioco sono quelle. Noi ci proveremo fino in fondo, perché diremo chiaramente che chi vota la sfiducia non sta con Totò Cuffaro. A chi chiede le dimissioni di massa rispondo: subentrerebbero i primi dei non eletti e faremmo un grande favore a Schifani”.

Ma secondo lei il presidente può tirarsi fuori con qualche rimozione tattica da quanto sta avvenendo?

“Credo sia troppo compromesso, politicamente parlando. Lui è stato ed è a capo di una coalizione che ha fatto del clientelismo e della mala politica le regole del gioco”.

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