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Operatori Asgi su hotspot Lampedusa: “Invivibile”

“Le condizioni all’interno dell’hotspot di Lampedusa sono invivibili, mancano i servizi essenziali che dovrebbero garantire la tutela della dignita’ della persona”. Lo afferma un gruppo di operatori dell’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) che da alcuni mesi sta conducendo il progetto In Limine, analizzando il sistema dei centri hotspot. Chi ha commentato cosi’ con […]

Pubblicato 4 anni fa

“Le condizioni all’interno dell’hotspot di Lampedusa sono invivibili, mancano i servizi essenziali che dovrebbero garantire la tutela della dignita’ della persona”. Lo afferma un gruppo di operatori dell’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) che da alcuni mesi sta conducendo il progetto In Limine, analizzando il sistema dei centri hotspot.

Chi ha commentato cosi’ con l’AGI le condizioni di vita all’interno del centro di Lampedusa ha riportato le dichiarazioni di alcuni superstiti del naufragio vicino alle coste dell’isola. Da oltre dieci giorni la struttura di contrada Imbriacola accoglie i sopravvissuti della tragedia del 23 novembre e, secondo l’Asgi, “dai colloqui svolti con gli operatori legali e il mediatore culturale e’ emersa una situazione che desta preoccupazione”. “Le persone continuano a non avere la possibilita’ di uscire ed entrare liberamente e regolarmente dalla struttura”, aggiungono gli operatori che sulla situazione hanno redatto una relazione dettagliata che l’AGI ha potuto visionare.

“I cancelli sono infatti costantemente chiusi e presidiati e non sussiste alcuna forma di regolamentazione dell’ingresso e dell’uscita dei cittadini stranieri”. Il centro, dallo scorso anno, e’ in ristrutturazione e al momento ha una capienza di 96 persone, nonostante ci siano stati picchi di 250. “Adesso, dopo il trasferimento di alcuni, ci sono circa 150 ospiti. All’interno c’e’ una promiscuita’ tra uomini, donne, bambini e anche i servizi igienici, si caratterizzano, come e’ evidente dalle testimonianze video, per pessime condizioni tanto da apparire pericolosi per la possibile contrazione di malattie, un utilizzo promiscuo dei medesimi e l’assenza di porte ad alcuni bagni che ovviamente non garantirebbe la riservatezza necessaria”.

In questi giorni l’Asgi ha presentato delle segnalazioni all’Asp e alla prefettura di Agrigento, chiedendo il trasferimento delle persone in altri centri sulla terraferma “al fine di garantire condizioni di accoglienza che rispondano alle esigenze specifiche dei cittadini stranieri come previsto dalla normativa italiana”.

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