Stato di agitazione dei dipendenti comunali, il prefetto Cocciufa chiede chiarimenti
La dichiarazione dello stato di agitazione dei lavoratori del Comune di Agrigento ha avviato la procedura finalizzata a ristabilire le fondamentali ed ordinarie regole di relazioni sindacali. Il Prefetto Cocciufa lo scorso 15 ottobre ha chiesto, al Sindaco di Agrigento di dare conto su tutte le questioni aperte. In primo luogo, la richiesta di un tavolo […]
La dichiarazione dello stato di agitazione dei lavoratori del Comune di Agrigento ha avviato la procedura finalizzata a ristabilire le fondamentali ed ordinarie regole di relazioni sindacali. Il Prefetto Cocciufa lo scorso 15 ottobre ha chiesto, al Sindaco di Agrigento di dare conto su tutte le questioni aperte. In primo luogo, la richiesta di un tavolo stabile di contrattazione con la Delegazione di Parte Pubblica per una discussione immediata sul Fondo delle risorse del salario accessorio, fermo agli anni 2019 e 2020 e la mancata costituzione di quello del 2021.
“Non è pensabile, dicono i sindacalisti della Cisl e della Cgil, Salvatore Parello e Vincenzo Iacono, che si proceda nella confusione e nell’assenza del momento che dura oramai da anni; bisogna pur pensare ad una Delegazione Trattante di parte pubblica efficiente e solerte rispetto alle sollecitazioni delle OO.SS. cogliendo la novità del quadro politico mutato da quasi un anno, anche utilizzando la professionalità e la competenza del nuovo Segretario Generale. Il quadro di oggi del Comune di Agrigento è che: l’ente manca di dirigenti, quadri, funzionari e personale in ambiti fondamentali dove si programma il futuro della città: urba nistica e lavori pubblici ; alcuni settori non sono in grado di prestare l’ ordinaria attività istituzionale. All’appuntamento con la rivoluzione informatica, l’Ente si è presentato con le armi spuntate: senza personale formato, senza figure specialistiche e senza la nomina di un dirigente per la transizione al digitale e senza una architettura dei processi e dei procedimenti amministrativi. Il vuoto del personale non è stato colmato con l’ammodernamento della macchina burocratica, ma appesantito dall’assenza di un’idea sull’organizzazione dell’ente e lo snellimento delle procedure. La confusione, l’incertezza amministrativa e la precarietà dell’agire burocratico sono la costante e tale condizione non lascia tranquilli i lavoratori. Quale struttura organizzativa si vuole creare? E guardando le questioni dal lato della gestione delle risorse umane: quale formazione per il personale dal momento che non si conosce progetto di miglioramento e di valorizzazione delle competenze? Come utilizzare le risorse della contrattazione aziendale? Quale delegazione trattante? CGIL e CISL Funzione Pubblica, conclude la nota, su questi temi vogliono concretamente e immediatamente confrontarsi”.