Operazione “Jackpot”, Roma Nord nelle mani di Nicitra e dei palmesi
A Roma nord comandava un’intera cellula malavitosa di Palma di Montechiaro. Al vertice di uno “strutturato sodalizio criminale” Salvatore Nicitra, alias “l’ingegnere” , originario di Palma di Montechiaro e volto storico della mala romana, già vicino ai boss della Banda della Magliana. Tra le 38 persone arrestate nell’operazione “Jackpot” – tutte riconducibili al clan Nicitra […]
A Roma nord comandava un’intera cellula malavitosa di Palma di
Montechiaro. Al vertice di uno “strutturato sodalizio criminale” Salvatore Nicitra, alias “l’ingegnere” , originario di Palma di Montechiaro e volto storico della mala romana, già vicino ai boss della Banda
della Magliana.
Tra le 38 persone arrestate nell’operazione “Jackpot” – tutte
riconducibili al clan Nicitra – figurano ben 6 persone di Palma di Montechiaro: si tratta di Francesco Inguanta, alias “Zi Frank” , 55 anni; Rosario Inguanta, 29 anni (finiti in carcere); Rosario Zarbo, alias “Saro”
, 57 anni; Francesca Inguanta, 81 anni; Giovanni Zarbo, 35 anni. Ma anche Rita Nicitra, di 40 anni, figlia del boss e la compagna, Chantal Anne Richard, 50 anni detta “moncher”.
E’ una ordinanza di poco più 200 pagine quella che inchioda alle sue responsabilità Salvatore Nicitra e altri del suo clan.
E’ un provvedimento frutto di oltre due anni di lavoro investigativo dei carabinieri del comando provinciale della Capitale.
Quello individuato è uno “strutturato sodalizio criminale” – si
spiega – che vede nell’ex boss della “Banda della Magliana” come “promotore e organizzatore” di una banda specializzata nel gioco d’azzardo on-line e nelle estorsioni ai concorrenti.
Accanto a Nicitra i “più stretti e fedeli sodali” , tra i quali
Rosario Zarbo, Francesco Inguanta e Antonio Dattolo.
Secondo gli inquirenti Nicitra “attraverso la sua organizzazione
criminale” aveva assunto il controllo – con modalità illecite
– di parte del mercato della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo in ogni sua forma (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line, etc) con particolare riferimento ai quartieri ubicati nel Quadrante Nord.
L’associazione a delinquere disvelata aveva conseguito – si sottolinea – mediante modalità mafiose, la gestione ed il controllo di attività rconomiche nel settore del gioco d’azzardo, vero e proprio core business del sodalizio, destinando parte degli introiti all’usura e recuperando,
attraverso metodi estorsivi, i crediti derivanti da tale attività.