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Dionysos nella città di Empedocle

Dionysos, costola teatrale dalle “Baccanti” di Euripide invade la scena del teatro di Giunone

Pubblicato 4 anni fa

Dionysos, costola teatrale dalle “Baccanti” di Euripide invade la scena del teatro di Giunone. L’estate mitica voluta dal Parco ormai ci sommerge e non accenna a mitigare le fantasie di una città che di mito non vuol morire, anzi, forse sta imparando a governarlo applicando le leggi del mercato turistico.

Aveva iniziato Filippo Portera alla Kolymbetra con il suo poemetto sinfonico “Metamorfosi” tratto da Ovidio, poi Marco Savatteri coi suoi dei e satiri “on the road” alle 5 del mattino tra Giunone e il Tempio della Concordia. Per arrivare a  questo Dionysos dell’anarco-radicale Euripide che in tempi di oscurantismo politico ateniese ebbe il coraggio di abbandonare la città rifugiandosi in Macedonia.

Che il suo Dionysos re del vino, dell’ebbrezza e dell’eros sfrenato faccia tappa in una Sicilia-Agrigento (che gli starebbe troppo stretta e da cui sarebbe fuggito) ci sembra un salutare sberleffo verso una città  cauta e conservatrice che nei referendum storici votò monarchia contro repubblica e confermando poi il no al divorzio e all’aborto.

Ci sarebbe da indagare quali “menti raffinatissime” abbiano favorito l’approdo di questo spettacolo orgiastico – divinatorio allestito dalla Compagnia teatrale Skenai del Cilento che certamente farà alzare i calici ai “settesoli”, al liquore di Pantelleria, al nero d’Avola e quant’altro.

Tutto si svolge a Tebe dove arriva lo “scostumato” Dioniso per imporre il suo culto contro l’orgia di un potere immobile e rinsecchito. Rifiutato e male accolto, il migrante Dioniso minaccia vendette e maledizioni che ben presto si avverano in un crescendo di esecrazioni e delitti in uno dei quali Agave, madre di Penteo, in un raptus orgiastico, uccide il figlio e le sorelle Ino e Antonoe. Agave addirittura, nella sua furia omicida parla con accento catanese. Appropriato tocco di regia di Giancarlo Guercio in omaggio ad una Sicilia “dai forti elementi dionisiaci”, sottolinea il regista.

La traduzione in linguaggio moderno denota poi una ricerca lessicale e filologica che sorregge l’interpretazione degli attori dando rilievo alla parola-azione. Merito anche dell’attenzione che Guercio ripone su una tecnica registica che rivaluta l’austera suddivisione degli episodi conservando la severità della partitura della tragedia classica.

La rappresentazione vede in scena Emiliano Spira (Dioniso), Biancarosa Di Ruocco (Agave), Luca Castelluccio (Penteo), Giancarlo Guercio (Cadmo), Rosita Speciale (Corifea), Patrizia Pontillo (Prima Coreuta), Annalucy Menafra (Seconda Coreuta), Gianni D’Amato (Mendicante/Bovaro), Davide Sapienza (Messo), Cono Cimino (Guardia), Matteo Giaffrida (Tiresia), Maria Carmela
Bruzzese, Ersilia Carlucci, Antonella Petrazzuolo, Serena Lobosco, Carolina
Consiglio, Rosetta Paladino (Baccanti).

La regia è coadiuvata da Ornella Bonomo in qualità di assistente e responsabile dell’organizzazione e comunicazione e da Giuseppe Di Stefano, in qualità di direttore di scena.

La grafica e il dipinto riportato come immagine coordinata sono stati creati da Serena Lobosco.

I costumi sono stati realizzati da Antonia Capobianco, Carmela Risi, le scene da Giovanni Mariella; i gioielli da Sara Cammarosano; le maschere e gli oggetti di scena da Gaetano Ferrara.

Il supporto audio e luci è a cura di Vincenzo Paglia, mentre Gerardo Giuffrida riveste il ruolo di attrezzista e Carmen Paladino quello di assistente di scena.

La Tournée siciliana prevede: 28 luglio 2021 ore 18.30 Area spettacolo Parco archeologico Eraclea Minoa (Ag); 30 luglio 2021 ore 21.00 Bando Tumbarello, Parco Archeologico Lilibeo di Marsala; 1 agosto 2021, ore 17.30 Altipiano dell’Argimusco (Me).

Testo e foto di Diego Romeo

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