Covid, due morti al giorno nell’ultimo mese in provincia di Agrigento
Ci si dimentica che ad ogni singolo numero riportato in qualsivoglia tabella corrisponde una persona e il dolore di intere famiglie che hanno fatto i conti con il covid
Nel mese appena trascorso la provincia di Agrigento ha pagato in termini di vite umane il prezzo più alto dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Sessantotto morti in trentadue giorni con una media di due vittime ogni ventiquattro ore.
Sono i numeri che emergono dall’analisi dei report diffusi dall’1 agosto al 3 settembre dall’Asp di Agrigento che ci consegna la fotografia di quanto avvenuto e – si spera – di quello che vorremmo non accadesse in futuro. Troppo spesso, in una dialettica ormai sempre più infuocata tra vax e novax, ci si dimentica che ad ogni singolo numero riportato in qualsivoglia tabella corrisponde una persona e il dolore di intere famiglie che hanno fatto i conti con il covid. In tal senso negli ultimi trenta giorni soltanto tre volte la casella delle vittime si è fermata allo zero: il 3 agosto, il 25 agosto ed il 28 agosto. In appena quattro giorni – tra l’11 ed il 15 agosto – si contano ben 15 morti; altre 18 vittime riguardano la settimana 22-30 agosto. Sono 323 gli agrigentini deceduti dall’inizio della pandemia. Il comune della provincia con il più alto numero di morti è Canicattì con 41 seguito da Sciacca (26), Agrigento (24), Sambuca (23) e Licata (22). Dal punto di vista dei contagi – come affermato nel consueto punto settimanale del commissario straordinario dell’Asp Mario Zappia – la curva aver intrapreso un cammino di lieve decrescita: si è passati dai 2mila positivi della settimana passata ai quasi 1600 attuali. Per avere dati più sicuri circa un arretramento (eventuale) del virus bisognerà attendere i prossimi giorni. Sul fronte ospedaliero la situazione in provincia non è delle più rosee anche se, come sostenuto dal manager agrigentino, “eravamo messi peggio”: all’ospedale di Ribera attualmente ci sono ricoverati 20 pazienti nel reparto di medicina (su 30 posti disponibili), 3 in terapia intensiva (su 7 posti disponibili) e 1 in subintensiva (su 10 posti disponibili); all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento ci sono 29 persone ricoverate in medicina (su 30 posti disponibili) e nessuna in rianimazione. Un’altra persona si trova invece in terapia intensiva all’ospedale di Sciacca. Sul fronte vaccini la situazione è in leggero miglioramento rispetto alle settimane scorse anche se ormai appaiono lontane le cinquemila somministrazioni giornaliere che avvenivano nel periodo del “boom”. Adesso si “viaggia” ad una media di 2.400 vaccini al giorno che è comunque un indice in risalita. La provincia di Agrigento, in un’ottica generale in termini di vaccinazioni, risulta essere la seconda in Sicilia per copertura dietro solamente a Palermo e questo dato – con tanto di complimenti all’Asp – è stato sottolineato dall’assessore alla salute Ruggero Razza che ha visitato l’hub di Villaggio Mosè e i presidi dell’intera provincia. L’azienda sanitaria provinciale sta intensificando gli sforzi mettendo in campo una serie di iniziative che mirano a raggiungere un numero di vaccinazioni sempre più ampio. In tal senso nel weekend verrà posizionato un camper con una equipe di medici e infermieri direttamente nei luoghi della “movida” (Porta di Ponte, in via Atenea) e su tutto il territorio provinciale verranno creati dei veri e propri hub all’interno delle scuole.