Favara

Violenze, droga e ricatti sessuali in comunità a Favara: 7 misure cautelari

“La comunità di Favara non viene mai lasciata sola dai carabinieri" ha ribadito il maggiore Marco La Rovere

Pubblicato 3 anni fa

Una comunità che si sarebbe dovuta occupare della salute e del recupero di persone con problemi di tossicodipendenza si è rivelata una vera e propria piazza di spaccio all’interno della quale venivano commessi maltrattamenti, abusi e ricatti sessuali. 

I carabinieri della Tenenza di Favara, insieme ai militari della Compagnia di Agrigento, hanno eseguito 7 misure cautelari disposte dal gip Stefano Zammuto. Tredici in tutto gli indagati tra spacciatori, ospiti della comunità e addirittura gli stessi dipendenti e dirigenti della struttura. In carcere sono finiti Chyaru Bennardo, 40 anni di Favara, e Carmelo Cusumano, 52 anni di Favara. Obbligo di dimora per Emanuele Luigi Capraro, 24 anni di Agrigento; Gaetano Lombardo, 47 anni di Favara. Divieto di dimora in provincia di Agrigento per Paolo Graccione, 45 anni nato in Germania e Fiorella Bennardo, 43 anni di Favara. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giuseppe Papia, 64 anni di Favara. 

Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella e dal sostituto Paola Vetro, la comunità Oasi di Emmanuele. La struttura, che sulla carta si sarebbe dovuta occupare del recupero di persone con problemi psichici e di tossicodipendenza, si è ben presto rivelata una centrale di spaccio. La droga entrava e usciva con facilità e veniva venduta anche ai pazienti. E chi non riusciva a pagarla veniva “invitato” a saldare il debito con prestazioni sessuali. Tra le contestazioni anche un ricatto a sfondo sessuale con la minaccia di diffondere video e immagini compromettenti. Un vero e proprio inferno documentato in quasi un anno e mezzo di indagini. 

La comunità di Favara non viene mai lasciata sola dai carabinieri – ha ribadito il maggiore Marco La Rovere, comandante della Compagnia di Agrigento – e sentiamo il peso morale di reprimere qualsiasi tipo di reato. Ci sono purtroppo ancora delle dinamiche nascoste a Favara ma per ogni attività che concludiamo ne apriamo un’altra per tutelare l’intera popolazione favarese”.

In conferenza è intervenuto anche il Tenenza Fabio Armetta, comandante dei carabinieri di Favara:All’interno della comunità Oasi di Emmanuele, piuttosto che vigilare e curare i pazienti, veniva spacciata droga da noti pusher che riuscivano a far accedere la sostanza stupefacente nella struttura ma anche da ospiti della comunità e, cosa ancor più grave, dagli operatori stessi e dai dirigenti dell’Oasi. La droga accedeva con l’escamotage del “paniere” che veniva calato da un balcone.”

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