Giudiziaria

L’inchiesta sull’incendio alla ditta Omnia, cinque indagati tornano liberi 

I termini di custodia erano ormai pressoché scaduti e le esigenza cautelari ormai notevolmente affievolite

Pubblicato 9 ore fa

I termini di custodia erano ormai pressoché scaduti e le esigenza cautelari ormai notevolmente affievolite. Il giudice Micaela Raimondo, accogliendo la richiesta dello stesso pm Alessia Battaglia, ha disposto misure cautelari meno afflittive nei confronti di cinque indagati coinvolti nell’inchiesta sull’incendio della ditta Omnia a Licata e su una costola investigativa che ipotizza uno spaccato di criminalità e violenza tra Ravanusa, Licata e Campobello di Licata.

In cinque tornano in libertà: Maurizio Brancato, 50 anni, di Canicattì (difeso dall’avvocato Carmelo Pitrola) era l’unico che si trovava in carcere. Altri quattro, invece, erano ai domiciliari: Giuseppe Salvatore Barbera, 60 anni, di Campobello di Licata; Giuseppe Galiano, 47 anni, di Ravanusa; Nicola Bostan, 39 anni, residente a Ravanusa; Marian Alexandru Buluc, 23 anni, residente a Ravanusa. Per tutti è stato disposto l’obbligo di dimora. Barbera è accusato di aver fatto da “palo” agli esecutori materiali dell’incendio alla ditta nonché di inquinamento ambientale per le conseguenze del rogo e anche estorsione in concorso; Brancato è accusato di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di una pistola e minacce (in concorso con D’Antona) oltre che ricettazione. Giuseppe Galiano è accusato di estorsione e ricettazione: la vicenda è legata alla rapina subita da un minorenne a cui era stata sottratta una bici elettrica. Secondo gli inquirenti, l’indagato avrebbe chiesto (in concorso) soldi al genitore per la restituzione del mezzo. Per Bostan e Buluc le accuse sono di furto aggravato: il primo (insieme a Montaperto) avrebbe svaligiato un’abitazione a Campobello di Licata mentre il secondo avrebbe depredato l’impianto sportivo comunale di Ravanusa. 

La vicenda è legata al maxi incendio nel deposito di rifiuti dell’impresa Omnia, avvenuto alle fine dello scorso gennaio nella periferia di Licata. Il rogo, domato soltanto dopo alcune settimane di incessanti operazioni, provocò un grave danno ambientale che impose al sindaco anche l’adozione di misure drastiche come la chiusura delle scuole cittadine. L’inchiesta, durata oltre dieci mesi, ha fatto luce non soltanto sull’incendio alla Omnia ma anche su uno spaccato di criminalità e violenza tra Ravanusa, Licata e Campobello di Licata.

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