Catania

Si travestono da tecnici Enel e rubano 250 chili di rame, 4 indagati

Travisati con pettorine e caschi, in modo da fingersi operatori di una società subappaltante ed autorizzata a svolgere lavori di intervento sui cavi telefonici

Pubblicato 9 ore fa



Il 18 Maggio 2025, in esito ad indagini coordinate da questa Procura Distrettuale, i Carabinieri della  Stazione di San Giovanni La Punta congiuntamente a personale della Polizia di Stato del Commissariato di Librino, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare personale dell’obbligo di presentazione alla P.G. emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale Etneo, nei confronti di 4 persone, in relazione ad una sequela di furti  di cavi in rame della Telecom e dell’Enel , posti in essere nel periodo marzo/maggio 2024 nell’ambito della provincia di Catania. 

In particolare,  le attività investigative scaturivano dalla denuncia sporta il 20 maggio 2024 da un responsabile della società Tim in ordine al  furto di circa 90 metri di un cavo di rete telefonica in rame interrato, del peso di circa 250 kg , episodio poi ricostruito per mezzo dell’analisi delle telecamere del sistema di videosorveglianza, con individuazione dei presunti autori e con ricostruzione delle modalità operative attuate mediante il travisamento da  operai con pettorine e caschi di colore giallo, la recisione del cavo telefonico alloggiato in un tombino della società Tim ed il trasporto della refurtiva con un furgone Fiat Ducato, noleggiato per l’occasione, con  un danno pari a circa 8.000 euro e correlata interruzione del servizio; nonché grazie ad una denuncia presentata nel marzo del 2024 da dipendenti Enel, in ordine ad un furto di un cavo di rame, interrato in via Fossa della Creta di Catania, ad opera di tre soggetti , analogamente travisati con pettorine e caschi, in modo da fingersi operatori di una società subappaltante ed autorizzata a svolgere lavori di intervento sui cavi telefonici ed operanti con modalità speculari a quelle dianzi descritte. 

Anche in tale caso l’attività di indagine sviluppata mediante l’analisi di filmati effettuati dal vero personale TIM intervenuto sul posto, ha permesso prima di individuare il furgone utilizzato per il furto, risultato appartenente ad una ditta di noleggio e, poi, le caratteristiche somatiche dei presunti autori del furto. Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha quindi disposto, pur in una fase che non ha ancora consentito l’intervento delle difese e ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, le suindicate misure coercitive.

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