Giudiziaria

Inchiesta Condor, mafia e stidda: palmese lascia il carcere dopo oltre due anni 

Il trentenne, condannato a 6 anni e 8 mesi in primo grado, lascia il carcere e va ai domiciliari con obbligo di braccialetto

Pubblicato 4 ore fa

Le esigenze cautelari si sono affievolite alla luce del decorso del tempo e del giudizio di secondo grado ormai alle porte. I giudici della Corte di appello di Palermo, accogliendo la richiesta degli avvocati Santo Lucia e Raffaele Bonsignore, hanno sostituito la custodia cautelare in carcere – con quella meno afflittiva dei domiciliari –  nei confronti di Baldo Carapezza, trentenne di Palma di Montechiaro coinvolto nell’inchiesta “Condor”, l’operazione che fece luce sulla riorganizzazione di Cosa nostra e Stidda nella parte orientale della provincia di Agrigento e su un traffico di stupefacenti. 

Carapezza, che si trovava in carcere dal gennaio del 2023, data in cui venne eseguita l’operazione, va dunque ai domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. In primo grado il trentenne è stato condannato a sei anni e otto mesi di reclusione per i reati di estorsione e traffico di stupefacenti. Insieme a lui sono state condannate altre nove persone, tra cui i vertici di Cosa nostra e Stidda di Favara e Palma di Montechiaro. Il processo di appello è in dirittura di arrivo. 

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