“Appalti e mazzette”: l’on. Di Mauro, amministratori, politici e imprenditori intercettati sino a pochi giorni fa
Il Gip del Tibunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, non conferma, anche nel caso del super-burocrate Sebastiano Alesci, l’ipotesi di reato di associazione per delinquere
Tutti intercettati, con trojan, attività d’ascolto e video-riprese sino a pochi giorni fa. Sembrerebbe proprio così e si capisce bene dai provvedimenti firmati dal Gip, Giuseppa Zampino, che ha firmato misure cautelari riguardanti i protagonisti dell’inchiesta “Appalti e mazzette”.
Una sorta di “Grande fratello” che ha tirato dentro l’on. Roberto Di Mauro, il suo assistente particolare e dirigente dell’assessorato regionale all’Energia, Giovanni Campagna, gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta della Procura di Agrigento diretta da Giovanni Di Leo, nonché sindaci del circondario, organismi di ambito territoriali, politici di rilievo regionale ed oltre, amministratori locali, funzionari pubblici, imprenditori e faccendieri.
O perché direttamente sottoposti ad intercettazione (autorizzate dal Gip) o indirettamente captati, lo scenario che si è aperto agli investigatori della Squadra mobile di Agrigento e ai pubblici ministeri che hanno coordinato le attività di indagine è straordinariamente ampio e non si esclude, se non già avvenuto, l’intervento di altre autorità giudiziarie siciliane compresa la Direzione distrettuale antimafia.
Scenario che non è stato definitivamente circoscritto anche perché le indagini sono in corso e non si fermano con l’attuale inchiesta (non riveliamo nulla di segreto dato che con l’arresto degli odierni indagati la Procura ha dovuto, suo malgrado, scoprire qualche significativa “carta”).
Di sicuro c’è che da settimane ormai, qualcuno non dorme sonni tranquilli e molti, dopo lo scoppio dell’odierna vicenda giudiziaria, temono per la propria libertà
La vicenda “Appalti e mazzette” ha fatto registrare due giorni fa un altro capitolo importante: l’arresto del super-burocrate licatese Sebastiano Alesci. L’uomo era già finito in manette lo scorso 14 maggio, insieme agli imprenditori favaresi Dino Caramazza e Luigi Sutera Sardo nonché Carmela Moscato e Federica Caramazza, quando, durante una perquisizione domiciliare furono trovati quasi 20 mila euro originando così l’arresto in flagranza di reato. L’indagato tornò in libertà appena ventiquattro ore più tardi. La Procura di Gela (competente poiché fu eseguito in territorio di Butera) non aveva ravvisato gli elementi della flagranza.
Per la Procura di Agrigento, l’uomo sarebbe uno dei personaggi chiave dell’intera inchiesta insieme al deputato regionale Roberto Di Mauro. Tra gli appalti “pilotati” grazie al pagamento di tangenti ci sarebbero – secondo la Procura – i lavori di manutenzione straordinaria della strada provinciale 19 Salaparuta-Santa Margherita Belice ma anche la riqualificazione e la ristrutturazione dello stadio “Dino Liotta” di Licata, nonchè la gara del progetto dei lavori di funzionalizzazione della rete fognaria del rione “Plaia-Fondachello del Comune di Licata.
Uno degli episodi più significativi che riguarda il dirigente Alesci è quello avvenuto lo scorso 12 aprile quando venne fermato ad un posto di blocco e sorpreso in possesso di 35 mila euro in contanti che gli erano stati consegnati poco prima dall’imprenditore favarese Dino Caramazza. Per la Procura di Agrigento quei soldi altro non erano che una parte della tangente di 135mila euro destinata al dirigente del Libero Consorzio di Trapani nonché presidente della Commissione giudicatrice della gara d’appalto della strada provinciale 19.
Il Gip Zampino, come già spiegato con il precedente provvedimento che ha riguardato gli imprenditori Dino Caramazza, Luigi Sutera Sardo, Carmela Moscato e Federica Caramazza, non ha ritenuto di approvare l’ipotesi accusatoria di associazione per delinquere e scrive: “L’associazione per delinquere, è contestato all’odierno indagato in concorso con Falzone Maurizio, Giuseppe Domenico Savio, Caramazza Diego, Caramazza Federica e Sutera Sardo Luigi, il reato associazione per delinquere per avere l’Alesci, e omissis (poi rivelatosi l’on. Roberto Di Mauro) organizzato e comunque costituito e gli altri fatto parte di una associazione per delinquere finalizzata al reperimento ed alla distrazione a fini privati di risorse pubbliche provenienti dalla Regione Siciliana e da altre fonti di finanziamento mediante la commissione di più delitti contro la pubblica amministrazione quali la turbativa d’asta, il peculato, la corruzione, la concussione, attraverso meccanismi spartitori dei pubblici appalti per la realizzazione di opere pubbliche e cli servizi, fondati sulla proprietà di imprese compiacenti, e su una capillare opera di corruzione e di condizionamento dei progettisti, pubblici funzionari, dirigenti di enti locali, assessorati regionali cd organismi d’ambito territoriale.
Giova sin da subito chiarire come questo Giudice non ritenga sussistenti gravi indizi di colpevolezza dell’odierno indagato con riguardo alla fattispecie in esame. Alesci risulta, piuttosto, concorrente nel reato, ove i germani Caramazza sono i mandanti e finanziatori, il Sutera Sardo l’intermediario esecutivo, l’Alesci il canale verso il funzionario pubblico e “garante” dell’accordo, il Falzone il pubblico ufficiale corrotto. Va, anche qui, ribadito come l’associazione per delinquere si caratterizza per la stabile organizzazione tra più soggetti, finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di reati. Alla luce del complesso degli elementi indiziari finora acquisiti, emergono gravi indizi, con sufficiente chiarezza, un’ipotesi di concorso di persone nel reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, aggravata dalla qualifica dei soggetti coinvolti e nel reato di turbata libertà nella scelta del contraente. In particolare, l’accordo illecito tra il pubblico ufficiale e i privati (esponenti dell’impresa aggiudicataria) appare finalizzato alla manomissione di una specifica procedura di gara, mediante l’indebita rivelazione di informazioni riservate e l’adozione di atti contrari ai doveri istituzionali, in cambio di utilità promesse e/ o ottenute”.