Catania

Sanità, allungato osso femore a 19enne all’ospedale San Marco di Catania

Il paziente conviveva con una problematica differenza di circa 5 centimetri di lunghezza tra le due gambe, a causa di un grave trauma del passato

Pubblicato 2 ore fa

Eseguito, per la prima volta a Catania, all’ospedale San Marco, un intervento di chirurgia ortopedica all’avanguardia per allungare l’osso del femore. Il paziente, un diciannovenne, conviveva con una problematica differenza di circa 5 centimetri di lunghezza tra le due gambe, a causa di un grave trauma del passato. Questa condizione, oltre a creare difficoltà e instabilità nella deambulazione, avrebbe potuto avere importanti ripercussioni sulla postura e sulla qualità della vita del giovane. Grazie all’intervento, i medici dell’Unità operativa semplice del dipartimentale di Ortopedia e Traumatologia del nosocomio, Emanuele Marchese, Giuseppe Mobilia e Alberto Consoli, guidati dal direttore della struttura Giulio Bruno, hanno effettuato un taglio controllato del femore (osteotomia) e inserito un chiodo magnetico endomidollare all’interno dell’osso. Il dispositivo, fornito di un sensore sottocutaneo, permette di controllare l’allungamento graduale del femore, giorno dopo giorno, in maniera precisa e sicura, evitando l’utilizzo dei tradizionali fissatori esterni, spesso causa di fastidi, infezioni e limitazioni funzionali per i pazienti. Si tratta di una tecnica molto meno invasiva e più confortevole per il paziente rispetto agli approcci convenzionali, tanto da consentire un recupero più rapido e una qualità di vita nettamente migliore. La procedura, che rappresenta un’assoluta novità per la sanità catanese, può essere eseguita nei pazienti di giovane età e negli adulti in assenza di infezioni dell’osso. Il paziente è stato dimesso in meno di una settimana. Verrà costantemente seguito e controllato allo scopo di valutare il progressivo livello di allungamento dell’osso femorale. “Siamo orgogliosi di aver portato a Catania questa tecnologia innovativa che apre nuove prospettive terapeutiche a tanti pazienti affetti da dismetrie importanti degli arti inferiori. È un risultato – commenta Bruno – che premia il lavoro di squadra, la formazione continua e l’impegno nel garantire ai nostri pazienti il meglio delle possibilità chirurgiche oggi disponibili”.

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