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Il naufragio a Lampedusa, procura apre inchiesta: al via riconoscimento vittime 

C'è chi dice d'aver perso marito e figlio, chi invece piange per la sorella e chi non sa darsi pace perché viaggiava con tutta la famiglia e non ha più nessuno

Pubblicato 3 ore fa

Comincerà stasera o domattina lo straziante riconoscimento delle vittime del naufragio di ieri a Sud di Lampedusa. Fra i 58 naufraghi nell’hotspot (due sono ricoverati all’ospedale di Agrigento) c’è chi dice d’aver perso marito e figlio, chi invece piange per la sorella e chi non sa darsi pace perché viaggiava con tutta la famiglia e non ha più nessuno: non sa dove siano finiti moglie e figlioletto.

Tutti vengono assistiti e supportati dagli psicologi della Croce rossa, che gestisce la struttura di contrada Imbriacola. Ai migranti che dicono d’aver perso un familiare o un compagno di viaggio, magari conosciuto durante la detenzione in qualche safety house libica, verranno mostrate le foto dei volti dei 23 cadaveri che si trovano nella camera mortuaria. I superstiti sapranno così se familiari o amici sono fra le vittime o sono dispersi.

ndaga per naufragio colposo a carico di ignoti la procura di Agrigento in merito alla tragedia in mare di ieri al largo di Lampedusa. I magistrati hanno dato l’ok al seppellimento di 23 delle 27 vittime accertate, quelle sottoposte a ispezione cadaverica, ossia 13 uomini, 7 donne e 3 minori, compresa la neonata. Mentre continuano le ricerche dei dispersi. Sono circa 270 i migranti nell’hotspot dell’isola, compresi i 58 superstiti del naufragio (gli altri due sono ancora al poliambulatorio), tra cui 21 minori non accompagnati. Non si fermano gli sbarchi: altri due per complessive 46 persone.

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