“Minacce di morte a famiglia per impossessarsi della casa”, due condanne
Due anni di reclusione per avere aver minacciato di morte un’intera famiglia – padre e madre con due figli minorenni – con lo scopo di fargli abbandonare la casa in cui vivono
Due anni di reclusione per avere aver minacciato di morte un’intera famiglia – padre e madre con due figli minorenni – con lo scopo di fargli abbandonare la casa in cui vivono e impossessarsi dell’immobile. Il gup del tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha condannato Giuseppe Casà, 29 anni e Samuel Pio Donzì, 24 anni. Un terzo imputato – Gabriele Minio, 37 anni – sarà giudicato separatamente.
Tutti peraltro sono soggetti noti alle forze dell’ordine per essere stati coinvolti di recente – a vario titolo – nella maxi inchiesta sulla riorganizzazione della mafia a Villaseta. La procura di Agrigento aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione. Il giudice ha riqualificato il reato di estorsione in minacce mentre per i danneggiamenti è stato disposto il non luogo a procedere poiché le querele erano state ritirate.
La vicenda risale alla fine del maggio dello scorso anno e ruota attorno ad un appartamento a Raffadali abitato da due coniugi e dai figli minorenni. Immobile che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe fatto gola a Minio, vicino di casa della giovane coppia. Marito e moglie che, nel giro di poche settimane, sarebbero diventati facile bersaglio degli indagati: insulti, minacce, tentativi di effrazione e colpi di pistola contro la loro auto. “Chiama tuo marito.. u capisci ca ti sparo..chiama tuo marito che lo ammazziamo..”. Un vero e proprio incubo che ha convinto i coniugi a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine prima di ritirare la querela, probabilmente, per paura di ritorsioni.